
Jerry Dimaculangan, 48 anni
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Milano, 24 febbraio 2021 - Avrebbe compiuto 49 anni oggi. È morto il giorno prima, ucciso da un poliziotto che gli ha sparato mentre cercava di scagliarsi su di lui brandendo un coltello dopo aver aggredito un primo agente. Si chiamava Jerry Dimaculangan ed era originario di San Felix, nelle Filippine. Risiedeva da 13 anni nel condominio di via Sulmona 23 con la moglie e i due figli, un maschio maggiorenne e una ragazzina adolescente, tutti scappati da lui "perché violento e irascibile", raccontano i vicini. Sul “curriculum”, Dimaculangan ha precedenti per spaccio di shaboo e reati contro la persona. E risultava pure irregolare, con il permesso di soggiorno scaduto. "Spesso dava in escandescenze, usciva in strada e danneggiava auto in sosta. Qualche anno fa ha cercato di colpire il figlio con un martello", racconta chi lo conosceva. Ma tutta la famiglia, a quanto pare, si ritrovava a fare i conti con la sua ira ogni due per tre. "Tutte le volte che sentivo la ragazzina urlare ‘papà basta!’, mi piangeva il cuore", dice una donna che abita nella stessa scala. La moglie sarebbe andata via da pochissimo ("appena qualche giorno fa, dopo l’ennesimo litigio"), portando con sé la figlia minore, mentre il più grande già non viveva più a casa. Al chiedere che lavoro facesse Jerry Dimaculangan, tutti scuotono la testa. "Nulla, era la moglie a mantenere la famiglia, lavorando tutto il giorno come donna delle pulizie. Non lo aveva mai denunciato, nonostante la situazione pesante che si era creata. Lui si rifugiava in cantina per consumare droga", sottolineano alcuni residenti. E in effetti, nel locale interrato adibito ai contatori aveva creato il suo nascondiglio: spuntano un letto creato alla bell’e meglio con due materassi sovrapposti e una coperta, fogli di alluminio su un tavolo e una marea di mozziconi sparsi a terra. Moroso da tempo nel suo alloggio al piano terra, nel quale era in affitto, aveva già ricevuto lo sfratto (non eseguito nel periodo di pandemia). "All’inizio, 13 anni fa, sembrava una persona come tante. Andava a fare la spesa con la moglie, si curava dei figli. Ma a poco a poco è cambiato, è diventato violento con la famiglia e usciva per strada urlando e rompendo quello che gli capitava a tiro. Probabilmente aveva qualche problema psichico, peggiorato dal consumo di stupefacenti", rimarcano i condòmini. Lunedì notte, non tutti hanno fatto caso alla sua "ennesima sceneggiata", così la descrive una ragazza che si è affacciata alla finestra sentendolo gridare. "Andava avanti e indietro passeggiando sul retro di alcune palazzine del caseggiato. Poi è uscito. Io ho sentito gli spari e qualcuno che urlava ‘un medico, un medico’. La strada era piena di Volanti quando è arrivata l’ambulanza". Ma Dimaculangan aveva già smesso di respirare.