ANDREA GIANNI
Cronaca

Violenza a Casa Testi, la sentenza : "Non si comportarono da sceriffi"

Assolti quattro agenti, le motivazioni: impugnatura dello spray scambiata per il calcio della pistola

L’episodio risale al 5 aprile 2023 e fu denunciato dal gestori della struttura

L’episodio risale al 5 aprile 2023 e fu denunciato dal gestori della struttura

Il colpo alla testa percepito dal minorenne non era dovuto al calcio di una pistola, ma piuttosto all’impugnatura dello spray al peperoncino estratto in precedenza dal cinturone per "disincentivarlo da atteggiamenti di ribellione e autolesionistici, tesi a incolpare i poliziotti di eventuali lesioni". Il Tribunale, esaminati atti e testimonianze, esprime "perplessità" per la "tesi accusatoria cristallizzata nell’imputazione", perché "sarebbe singolare, e certamente rischioso per gli operanti, che uno di loro con boria ingiustificata, davanti a un minore ammanettato e in presenza di un estraneo (il custode notturno di Casa Testi, ndr), con 50 persone fuori dalla porta che potevano udire, facesse lo sbruffone e lo “sceriffo“ minacciando un minore con una pistola". Arma che gli agenti non estrassero neanche "per spaventare" i 47 ragazzi che si erano messi a lanciare tavoli e stoviglie, spruzzando invece lo spray e chiamando i rinforzi. Con queste motivazioni la giudice Paola Braggion ha assolto lo scorso aprile 4 poliziotti finiti sotto processo per un episodio avvenuto nel centro in viale Fulvio Testi, che ospitava minori non accompagnati, il 5 aprile 2023. Uno degli agenti era accusato di aver minacciato e colpito alla testa con il calcio della pistola d’ordinanza un egiziano, all’epoca 16enne, bloccato poco prima per un controllo sulle strade e trovato in possesso di "una pinza multifunzionale".

Gli altri tre poliziotti presenti sono stati rinviati a giudizio per omessa denuncia. La pm Cristiana Roveda aveva chiesto condanne da 4 a 8 mesi di reclusione, ma la giudice li ha assolti tutti perché l’istruttoria non ha offerto "elementi certi e idonei a sostenere l’accusa e a ritenere sufficientemente provata la penale responsabilità". Questo anche per le "contraddizioni e reticenza" del giovane, parte civile, e dei "“buchi di memoria“ e ricordi offuscati" del custode che ha assistito alla scena, i due testimoni chiave. La ricostruzione più "verosimile", secondo la giudice, è quella di un impatto della testa, anche involontario in quelle fasi concitate, con l’impugnatura dello spray, scambiata per "il calcio di una pistola che ha la medesima impugnatura". Il legale dei poliziotti, Piero Porciani, sottolinea che "il giudice ha ricostruito correttamente la vicenda, riconoscendo la correttezza dell’operato".