Vincolo su San Siro: entro un mese la sentenza. Comune pessimista ma priorità restyling

Udienza al Tar: la Giunta contro il parere della Sovrintendenza. I club non hanno ancora presentato a Webuild le loro indicazioni

Il pubblico a San Siro durante un derby

Il pubblico a San Siro durante un derby

Milano – L’ultima udienza c’è stata ieri mattina. Ora bisogna solo la aspettare la pubblicazione della sentenza. Quanto ci metterà il Tribunale amministrativo regionale della Lombardia a decidere se è accoglibile oppure no il ricorso presentato dal Comune contro il parere della Sovrintendenza relativo al vincolo sul secondo anello dello stadio di San Siro? Da Palazzo Marino osservano che i giudici amministrativi di primo grado si potrebbero esprimere "entro 60 giorni", dunque entro due mesi a partire da ieri. Ma qualche addetto ai lavori – avvocati amministrativisti in particolare – è convinto che il Tar depositerà la sentenza in tempi più rapidi, entro un mese, vista l’importanza del tema trattato. Sì, perché sapere se il secondo anello sarà vincolato o no “per motivi di età“ – nel 2025 il secondo anello compirà 70 anni, il termine temporale per far considerare quella parte dello stadio “vincolabile“ per motivi storici – è importante, anche se non fondamentale, ai fini della trattativa in corso tra il Comune, proprietario del Mezza, da una parte, e Milan e Inter, dall’altra, sull’ipotesi di ristrutturare lo stadio.

Il pronunciamento dei giudici amministrativi dovrebbe arrivare prima del piano di fattibilità che Webuild si è impegnato a presentare a sindaco Giuseppe Sala e ai club entro tre mesi, quindi entro giugno. Le due società, però, finora non hanno ancora consegnato a Webuild le linee-guida scritte sulla riqualificazione della Scala del calcio. Parliamo delle indicazioni accennate durante il vertice tra Comune, Webuild, Milan e Inter di venerdì scorso: più posti vip nel primo anello, ristoranti e attività commerciali nell’anello esterno al Meazza.

Ma veniamo all’aspetto più giuridico della vicenda sul vincolo. Lo scorso 19 ottobre la Giunta comunale ha deciso di presentare un ricorso davanti al Tar per la Lombardia-Milano per ottenere l’annullamento del parere positivo della Sovrintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano, formulato il 26 luglio 2023, nonché del parere positivo della Commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia, del 27 luglio scorso, relativi alla sussistenza dell’interesse culturale per il secondo anello dello stadio di San Siro, ex art. 10 e 12 del D.Lgs. 42/04. Il ricorso riguarda anche la dichiarazione della Sovrintendenza archivistica e bibliografica per la Lombardia del 27 luglio scorso, che qualifica la tribuna ovest dello stadio come archivio esposto.

In pratica il ricorso del Comune – ieri mattina al Tar, a esporre le ragioni dell’amministrazione, c’era il direttore dell’Avvocatura Antonello Mandarano – contesta un parere della Sovrintendenza su un vincolo che potrebbe scattare solo nel 2025, quando il secondo anello di San Siro compirà 70 anni. Uno scenario giuridico possibile, dunque, è che il Tar bocci il ricorso del Comune perché in contrasto con un atto, il parere su un vincolo futuro, che ancora non ha valore effettivo. L’aspetto paradossale della vicenda è che a chiedere alla sovrintendente Emanuela Carpani di esprimere un parere anticipato rispetto alla scadenza del 2025 è stato proprio il Comune, d’accordo con Milan e Inter, per chiarire in tempi più rapidi possibili se il secondo anello del Meazza sarebbe stato vincolato o no. Ma, una volta che il parere della Sovrintendenza è stato affermativo – sì al vincolo –, Palazzo Marino ha presentato ricorso al Tar contestando la decisione della Carpani.

Ricorso al Tar a parte, Sala ha due piani in mente per il futuro di San Siro. Il Piano A è la ristrutturazione dello stadio d’intesa con Milan e Inter. Il Piano B, quello in caso di addio dei club, diretti verso i nuovi stadi a San Donato e Rozzano, punta invece su un Meazza “rock“ dedicato ai concerti. Il consigliere dei Verdi Carlo Monguzzi, intanto, si chiede: "Ma se il progetto del Comune è il riutilizzo dello stadio, perché continua a opporsi al parere della Sovrintendenza? Dichiara una cosa ma pratica il suo contrario". Il presidente di Assolombarda Alessandro Spada, invece, afferma che "la Sovrintendenza ha preso una decisione secondo me discutibile" e tifa per il progetto di restyling di Meazza: "Ma il progetto non deve convincere me ma le squadre. Io mi auguro che sia un bel progetto. Sono sempre stato un sostenitore di San Siro perché è la storia del calcio".

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