ANNA MANGIAROTTI
Cronaca

Demolita un’altra villa storica di Milano, l’ira di Sgarbi: “Cancellano l’arte per far posto a palazzine e box”

Il sottosegretario alla Cultura contro l’abbattimento continuo di edifici di pregio per "scatole di vetro con l’aria condizionata"

L'abbattimento della villa neogotica tra via Arbe e Via Tullio Morgagni

L'abbattimento della villa neogotica tra via Arbe e Via Tullio Morgagni

Milano – Il “male” che Vittorio Sgarbi dichiara rispondendo se gli chiediamo "come sta?" ha a che fare con Milano: "Città sotto attacco. Avanzano i barbari. Un altro progetto sostanzialmente criminale è stato autorizzato dalla Commissione Paesaggio del Comune".

Dove, precisamente?

"Si sta demolendo una storica villa all’angolo di via Tullo Morgagni 19 e via Arbe, alla Maggiolina, complesso residenziale sorto a partire dal 1911. O “Villaggio dei giornalisti“: la denominazione del quartiere dovrebbe rimandare a una vigilanza che non c’è stata. Ulteriore esempio di perversione culturale".

Ma il “cupio dissolvi” (rinuncia alla propria personalità) che attribuisce a Milano ha poco di mistico.

"Le case, ovvio, qui costano di più. E la gente vuole speculare. La villa neomedievale della Maggiolina sarà sostituita da un nuovo edificio residenziale su tre livelli fuori terra ed uno seminterrato. Eppure Milano, così importante proprio per i suoi monumenti del ’900, ha finora avuto personalità, da Giulia Maria Crespi a Marco Romano, che non sarebbero stati indifferenti ad azioni oggettivamente vandaliche".

E Milano è tuttora città di “grandi” architetti, per fama e prestigio. Peraltro, ricordiamo che le parcelle degli architetti sono sempre in funzione del costo del costruito (volumetria), magari un grattacielo...

"Di Boeri e De Lucchi ho una pessima opinione. Ma la minaccia di un’architettura che tradisce l’etica per l’estetica, e abbatte vecchi edifici spesso meglio costruiti e più flessibili, sostituiti da scatole di vetro con aria condizionata, è ormai denunciata persino negli Stati Uniti. Da lì, questa logica si è diffusa. Per fermarla in Italia, ci vuole un atto d’autorità".

Cosa prevede, Sgarbi, che ha autorità sulle Soprintendenze?

"Tutta la vita mi sono battuto per tutelare il passato e ora mi accorgo che abbiamo strumenti e personale insufficiente. Penso a una nuova legge regionale sulle modalità di trasformazione dell’edilizia storica minore. Sollecitata dalle Soprintendenze attraverso una mappatura con l’indicazione del grado d’intervento da limitarsi, nei casi storicamente più significativi, al restauro o al risanamento conservativo".

Quanta storia sarebbe sufficiente per impedire di buttar giù un edificio?

"Calcoliamo 80/70 anni".

Sulla pittura esistono vincoli severissimi.

"Appunto, ma che si possa o no esportare un dipinto di Leonor Fini appartenuto a Valentina Cortese non me ne frega un c...o. Una vincolistica solo esibizionista porta a questi paradossi estremistici".

Alleati nella sua battaglia per l’architettura?

"Una rete di spie. Ho messo in piedi un osservatorio".

Almeno un nome lombardo?

"Luca Rinaldi, Soprintendente a Bergamo-Brescia".

Tra le segnalazioni ricevute, un intervento che potrebbe ancora essere bloccato?

"A Milano, Lambrate, via Egidio Folli, si sono da poco conclusi i lavori di bonifica degli stabili ai civici 41, 43 e 45. Presto dovrebbero essere abbattuti per lasciar posto a un complesso residenziale di 100 appartamenti, con box e cantine: valore 40 milioni di euro. Promosso da Bluestone e Patron Capital".

Tutta l’area ex industriale è interessata da un forte sviluppo immobiliare. Riadattare è più costoso che costruire ex novo. Cosa salverebbe?

"D’accordo, le due palazzine ai civici 41 e 43 non sono capolavori. Ma la prima, con graziose margherite e melograni liberty in cemento si poteva inglobare. E al civico 45 troviamo l’ex fabbrica di bici Cinelli; a lato, quel che resta della Roggia Molina di san Gregorio".

In ambienti dominati da competizione e soldi, l’urbanista può pensare come il medico? "Invito intanto la soprintendente Carpani a dar seguito ai suoi proponimenti anche pubblicamente espressi chiedendo alle autorità comunali e regionali proprio maggiore sensibilità".