
I Rondinini, in colonia sul lago Maggiore
Milano, 24 agosto 2017 - Per i rondinoni, ovvero per i primissimi ospiti di mamma Gemma, era il «Nido». Lo è ancora per migliaia di «rondinini» milanesi che ogni estate spiccavano il volo da Milano in direzione Ghiffa, paesino piemontese affacciato sul Lago Maggiore, per raggiungere la preziosa «colonia» fatta costruire nel 1929 da due benefattori milanesi, Ernesto e Gemma Vaccarossi. Giovani sposi, avrebbero tanto voluto dei figli; non potendone avere non si rassegnarono al destino. Ernesto, appassionato di motori nonché fondatore della distribuzione italiana delle gomme Michelin, fece costruire una casa nella quale la moglie avrebbe potuto accogliere tutti i bambini che desiderava, spesso fanciulli in difficoltà economiche, desiderosi di cure, affetto, e anche della migliore istruzione. Pensarono a tutto, seguirono il metodo Montessoriano. Non sarebbe stata una casa qualsiasi, doveva essere bella, tutta per loro: tanti lettini, arredamento signorile, giochi e all’esterno un parco, con un sentiero fiorito che li accompagnasse al lago.
Villa «Rondinini», così fu battezzata, spalancò le porte il 15 dicembre di quell’anno. I primi ospiti furono quattordici bambini provenienti dalle case di via Confalonieri: i Vaccarossi si occuparono di loro economicamente e affettuosamente durante il periodo di soggiorno, per poi continuare ad aiutare i loro genitori naturali. È la storia della Milano fra le due guerre, col coeur in man. Ernesto morì prematuramente, nel 1933, Gemma continuò il suo impegno per i bambini, con forza, e fece in modo che dopo di lei quel nido non venisse distrutto. Nel 1962 consegnò le chiavi nelle mani dell’Amministrazione milanese con una clausola: la villa di Ghiffa sarebbe rimasta per sempre la casa dei bambini. Donò tutto ciò che possedeva perché l’opera continuasse, chiuse gli occhi in ristrettezze economiche ma col sorriso. Oggi i Vaccarossi riposano al Cimitero Monumentale di Milano: alla fine di settembre, i Rondinoni rimasti, con le piume color argento, tornano sempre a rendere loro grazie. Il Comune di Milano ha raccolto il testimone: ogni estate più di 300 bambini partivano in direzione Ghiffa; in 1.650 raggiungevano il lago, anno dopo anno, anche nei mesi freddi per la Scuola Natura (inaugurata nel 1978), intere giornate di studio immersi nel verde. Le cartoline in bianco e nero della villa, con i saluti dei rondinini, sono diventate oggetti da collezione, testimoniano una tradizione senza tempo: se ne contano a decine all’asta sul web.
La corrispondenza Milano-lago Maggiore si interrompe nel 2014: una frana - che non ha intaccato la casa ma il terreno vicino – ha costretto il Comune a chiudere il portone. La buona notizia però è dietro l’angolo: dalla prossima primavera torneranno le rondini, anzi i «rondinini», a Ghiffa. Oltre mezzo milione l’investimento: le ruspe sono già al lavoro, i cantieri si chiuderanno a gennaio. «La chiusura della villa non è solo un peccato, ma un’occasione sprecata, un momento in cui non si onora il grande regalo che ci è stato fatto: sono contenta di seguire i lavori per la riapertura di questo patrimonio del Comune, che deve tornare al più presto nelle disponibilità dei bambini», sottolinea il vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo, che proprio in questi giorni ha visitato le case vacanza e ha fatto tappa sul lago Maggiore.
«La storia dei Rondinini è molto milanese, va raccontata – continua Scavuzzo –. È una storia che somiglia a quelle di Pietra Ligure e ad altri luoghi, una storia fatta di persone che hanno scelto di donare le proprie risorse affinché rimanessero dopo di loro. Non è solo il residuale di un patrimonio, una elemosina, ma un vero investimento. I ragazzi possono trascorrere un periodo di vacanza e studio in posti bellissimi, vivere esperienze indimenticabili: pensare a un regalo che ti sopravviva, al servizio dei più piccoli, non è così comune. Andrebbe riscoperto. Al Comune resta la responsabilità di curarlo al meglio e di metterlo al servizio di tutti». I primi cinquanta rondinini faranno primavera.