
Un'abitazione (Foto d'archivio)
Milano, 9 aprile 2015 - Proprio nei giorni del dibattito sulla proposta di cancellazione della Legge Merlin, il portale di annunci immobiliari Immobiliare.it, si è chiesto quanto valgano gli immobili siti nelle vie che prima dell’abolizione delle case chiuse erano considerati "luogo del piacere". Se in alcuni casi rimangono fra le zone più povere e disagiate, altrove si tratta di zone che hanno subito vere e proprie riqualificazioni. L’analisi si è concentrata su otto delle principali città italiane. A Milano la zona a luci rosse riqualificata in maniera più evidente è Brera: da quartiere bohèmienne e luogo di perdizione, oggi è diventata una delle più ricche della città. Via Marco Formentini, in onore delle signorine che dalle finestre esponevano le loro grazie per attirare i clienti, era conosciuta come Contrada di Tett: oggi affacciarsi a quelle finestre dal proprio trilocale costerebbe mediamente 540 mila euro.
La stessa cifra servirebbe per comprare casa in via San Carpoforo, il cui nome in dialetto (Sancarpofer) era un tempo sinonimo di casa chiusa, visto che il vicolo ne ospitava ben tre, per tutti i gusti e tutte le tasche. Altro esempio di riqualificazione è quello della zona di Missori, a pochi passi dal Duomo, dove un tempo si concentravano i bordelli più squallidi e a basso prezzo di tutta Milano. Oggi in Piazza Velasca, dove svolgeva il suo lavoro Ninetta del Verzee, maitresse decantata dal poeta Carlo Porta, un trilocale costa mediamente 620 mila euro, cifra molto lontana dagli standard delle prostitute che vi esercitavano.