ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Viaggio da incubo sul Frecciarossa , il racconto di chi era sul treno: bloccati 5 ore tra afa e buio

La milanese Sarah Pozzoli con i 330 passeggeri del Venezia-Milano bloccato per un guasto a Casirate: "Il trasbordo durato un’ora, acqua e cibo solo in Centrale, nessuna scusa"

Il Frecciarossa fermo sui binari all'altezza di Casirate d'Adda

Il Frecciarossa fermo sui binari all'altezza di Casirate d'Adda

Chiusi in uno spazio ristretto, nella morsa di un caldo infernale, senza il conforto di una bottiglia d’acqua e, a un certo punto, immersi nel buio. Un incubo senza aria condizionata che Sarah Pozzoli, 56enne direttrice delle riviste per bambini e ragazzi del mondo Focus, ha vissuto sulla sua pelle assieme ai 330 passeggeri (anche piccoli e anziani) rimasti bloccati sul Frecciarossa Venezia-Milano in un sabato sera da dimenticare. Il treno dell’alta velocità, partito alle 16:48 da Venezia Santa Lucia, aveva viaggiato regolarmente fino alle 19, quando un guasto tecnico ha bloccato il convoglio all’altezza di Casirate D’Adda, in provincia di Bergamo, portando all’interruzione dell’elettricità. "Il treno si è fermato in mezzo alla campagna, ma anche la luce si è spenta e l’aria condizionata ha smesso di funzionare. Il capotreno però è passato dicendo parole rassicuranti, abbiamo tutti pensato che saremmo partiti poco dopo…" racconta Pozzoli.

Il Frecciarossa fermo sui binari all'altezza di Casirate d'Adda
Il Frecciarossa fermo sui binari all'altezza di Casirate d'Adda

Il Frecciarossa, però, è rimasto immobile per ore. "I finestrini erano bloccati, le porte d’ingresso pure, quindi l’aria era diventata viziata, il caldo micidiale e la gente, inclusa la sottoscritta, ha cominciato ad avere mancamenti. Anche i bagni erano inaccessibili. Quando abbiamo scoperto che lo sportellone della prima carrozza era stato aperto io, disperata, assieme a un turista giapponese, dalla business class mi sono mossa in quella direzione ma lì abbiamo trovato assembramento tale che l’aria era ancora più soffocante".

L'atrio della Stazione Centrale di Milano, dove i passeggeri sono approdati intorno alle 23 di notte
L'atrio della Stazione Centrale di Milano, dove i passeggeri sono approdati intorno alle 23 di notte

Quando è calato il buio, dopo le 21, scene di panico: "C’è gente che ha cominciato a chiamare i carabinieri, la polizia e tutti i numeri possibili dell’emergenza ma nessuno è arrivato a salvarci e, per quel che mi riguarda, non ho visto una bottiglia d’acqua né cibo. Avevo pure il cellulare scarico". Solo poco dopo le 23 ai passeggeri è stato finalmente comunicato di prepararsi a scendere dal treno: "Il povero capotreno e il macchinista si sono dati un gran daffare, assieme ai vigili del fuoco. Ma il trasbordo è durato un’ora, visto che era tutto buio e c’erano centinaia di persone che dovevano trascinare pesanti bagagli. Siamo arrivati alla stazione Centrale di Milano a mezzanotte e 45’ e finalmente gli addetti Trenitalia ci hanno dato una bottiglia d’acqua con qualche tarallo e un biscotto. Nessuno però ci ha chiesto scusa per l’accaduto né fornito una spiegazione. Tutte le metropolitane erano già chiuse. Io ho potuto contare sul passaggio di mio figlio, ma tanti hanno dovuto prendere il taxi". I viaggiatori, avranno, assicurano dalla società Trenitalia, il rimborso integrale del biglietto che nel caso della giornalista è costato 54 euro per la business class. "Ma il punto è un altro… L’episodio ha dimostrato che la macchina delle emergenze non funziona a dovere. Mi sono pure dovuta sorbire la lezioncina di un turista brasiliano che mi ha detto: "Queste cose nel mio Paese non succedono, solo in Italia….". Che vergogna".