Via Corelli, bocciato il ricorso. Il Cpr resta sotto sequestro: "Condizioni disumane"

La gestione affidata all’amministratore giudiziario

Via Corelli, bocciato il ricorso. Il Cpr resta sotto sequestro: "Condizioni disumane"

Via Corelli, bocciato il ricorso. Il Cpr resta sotto sequestro: "Condizioni disumane"

Il Cpr di via Corelli rimane sotto sequestro, secondo quanto stabilito dal Tribunale del Riesame di Milano. Il ricorso presentato da Martinina srl, la società che fino allo scorso dicembre gestiva la struttura finita al centro dell’inchiesta per frode e turbativa, è stato dichiarato "inammissibile". Al momento, quindi, a occuparsi della gestione del Cpr sarà ancora il commercialista Giovanni Falconieri, amministratore giudiziario. Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dai pm Paolo Storari e Giovanna Cavalleri, i migranti del centro permanenza e rimpatri milanese vivevano in condizioni "disumane", trattati come "animali" e costretti a mangiare cibo "pieno di vermi". Lo scorso 21 dicembre, accogliendo la richiesta dei pubblici ministeri, il gip di Milano Livio Cristofano aveva disposto il sequestro della struttura e, con un altro provvedimento, aveva anche stabilito il divieto per le società di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno. La decisione dei giudici, che confermano il sequestro, arriva dopo l’udienza del 12 gennaio in cui era stato discusso il ricorso presentato dal legale Michele Sarano. In via Corelli, secondo gli inquirenti, "le politiche illecite" venivano "accettate e in qualche modo promosse". Al 70% dei trattenuti venivano somministrati psicofarmaci in maniera "costante e indiscriminata" e vi sarebbe stata una "totale" assenza dei servizi previsti dal bando della Prefettura. Il legale della Martinina, l’avvocato Paola Boccardi, aveva fatto sapere che da parte della società "non c’è stato affatto" un profitto e anzi la società "è in perdita".

Federica Zaniboni