
Verso i consumi “green“: "Siamo a buon punto con fotovoltaico ed eolico ma la rete è da potenziare"
"Anche all’università Bicocca è capitato di avere dei blackout. Purtroppo in questo periodo sono all’ordine del giorno. La rete elettrica è da potenziare: gli investimenti ci sono, certo, ma bisogna tenere presente anche che con l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili, il sistema (non ancora pronto del tutto per lo “scambio“, cioè per ricevere l’energia oltre che per distribuirla), si stressa ulteriormente". A spiegarlo è Maurizio Acciarri, professore associato di Fisica all’Università degli Studi di Milano Bicocca e presidente del Silkway network, che si occupa di energia green.
Quindi non c’è solo l’aumento dei consumi “tradizionali“ a pesare sulla rete?
"Questo fa ancora la parte del leone, indubbiamente: le ondate di calore hanno come conseguenza l’accensione dei climatizzatori in contemporanea e negli stessi punti, e la rete si sovraccarica. Facciamo però anche un altro ragionamento: adesso la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (con impianti fotovoltaici ed eolici) copre il 43,8% del fabbisogno di energia elettrica, dato dei primi sei mesi del 2024. Positivo, perché riduciamo l’impatto del C02. Ma il sistema di distribuzione, quindi la rete, è “vecchio“: adesso che sempre più privati diventano in un certo senso generatori, la rete – che in passato non è stata progettata per questo – deve essere in grado di assorbire questa energia. E ancora la strada è lunga. Noi addetti ai lavori ne parlavamo già dieci anni fa, immaginando che quando le rinnovabili sarebbero arrivate a coprire il 50% del fabbisogno ci sarebbero stati problemi. Ecco, già ci sono. Anche se non incidono in maniera significativa sul sovraccarico: la corrente salta perché c’è un aumento di richiesta di energia, concentrata in un orario ristretto. Gli investimenti hanno portato a un miglioramento, e si vede anche facendo un confronto con il passato, ma il sistema evidentemente ancora non regge al 100% alla richiesta improvvisa di energia".
Il sistema va migliorato anche pensando alla transizione sempre più auspicata verso l’elettrico?
"Certo. Pensiamo alle auto elettriche da ricaricare, ad esempio. Un blackout potrebbe avere conseguenze peggiori e creare maggiori disagi, in futuro, se non si corre ai ripari".
Adesso cosa può fare, ciascuno, per ridurre i consumi?
"Sembra banale dirlo ma, in primis, non accendere il condizionatore se prima non si sono adottati accorgimenti come tenere le tapparelle semi abbassate per non far entrare la luce diretta del sole e usare il deumidificatore. Preferire sempre il ventilatore, che anche acceso per 4 ore consuma molto meno rispetto a una pompa di calore usata per raffreddare l’ambiente. Non aprire le finestre, se c’è l’aria condizionata accesa. Anche pulire l’impianto regolarmente fa la differenza. Ancora: non accendere il forno nelle ore più calde, per non caricare l’ambiente di ulteriore calore".
M.V.