BARBARA CALDEROLA
Cronaca

"Vedo un autunno caldo alle porte"

Il capitano Verde lascia Pioltello dopo 5 anni: preoccupano i conflitti nelle logistiche e l’aumento della devianza giovanile

di Barbara Calderola

Devianza giovanile in aumento e autunno caldo in arrivo per la logistica. Sono i nodi sicurezza sul territorio secondo Giuseppe Verde, il 31enne capitano dei carabinieri che negli ultimi 5 anni ha guidato la compagnia di Cassano, dal primo luglio trasferita a Pioltello. Nel cuore di un territorio "pieno di energie, rispettoso delle istituzioni e di persone che ogni giorno fanno il proprio dovere fino in fondo. Un contesto costruttivo". Lui, nel 2016 arrivò da Genova, prima era stato a Messina, ora l’Arma lo trasferisce a Bari, comanderà la compagnia San Paolo. "Mi porto in dote un’eredità che non dimenticherò, quella nell’Adda-Martesana è stata un’esperienza che mi ha arricchito profondamente".

Ha cominciato con un blocco di facchini a Truccazzano e ha finito nello stesso modo, la vertenza è in atto. "Le aziende del movimento merci sono molte in zona, la conflittualità c’è, credo che l’evoluzione nei prossimi mesi andrà in questa direzione". Quanto ai ragazzi che deragliano l’ufficiale non ha dubbi: "il fenomeno è evidente, si registra in tutto il Paese, e noi non facciamo eccezione: è una realtà che tocchiamo con mano ogni giorno". L’episodio simbolico, più eclatante, è stato a inizio anno: il gioco a due fra i fidanzatini di Cassina con lei 14enne sfregiata al viso per somigliare a Joker. Un caso rimbalzato sulle cronache nazionali. O quello recentissimo dei due minorenni di Melzo bloccati a Ventimiglia mentre provavano a scappare all’estero dopo il tentato omicidio di un coetaneo per motivi ancora da chiarire. Era fine luglio. E sempre Melzo è stata teatro di un’altra tragedia, il presunto omicidio di Sara Luciani, la ventenne che sarebbe stata uccisa dal compagno Manuel Buzzini, suicida. Il condizionale è d’obbligo, l’inchiesta non ha chiarito fino in fondo cosa accadde nella tragica notte del 9 giugno 2018 fra i due. Fino al femminicidio più recente, non il solo, purtroppo, di Alessandra Cità, la tranviera di Truccazzano, uccisa durante il lockdown, per il quale è stato condannato all’ergastolo l’uomo che voleva lasciare: Antonio Vena. Prima di lei c’erano state Charlotte Yapi, a Pozzo, e Gabriella Fabbiani, a Cernusco, la mamma impacchettata nel cellophane con pietre ai polsi e alle caviglie e gettata nel laghetto artificiale di una vecchia cava. Preso anche qui il colpevole: a eliminarla era stato il compagno, Mario Marcone, netturbino di Pioltello, anche lui all’ergastolo. Verde si congeda mentre sono ancora in corso le indagini per acciuffare la banda del buco che un mese fa ha svaligiato una filiale della Bpm a Cassina, prendendo due impiegate in ostaggio.