
Per l’area dell’ex Palasharp in via Sant’Elia sono arrivate 7 manifestazioni d’interesse
Sono 24 le manifestazioni di interesse presentate all’Amministrazione per l’attuazione del “Piano straordinario per la Casa accessibile a Milano“. Ieri a mezzogiorno era fissata la scadenza per la consegna delle buste da parte degli operatori privati interessati a sviluppare, in modo prioritario, alloggi di Edilizia residenziale sociale calmierata (Ersc), che significa in locazione permanente con canoni che non superino 80 euro al metro quadro all’anno. Obiettivo: tendere una mano alla fascia media della popolazione, con reddito tra 1.500 e 2.500 euro al mese.
E le proposte sono arrivate: 24, da 14 operatori, alcuni dei quali interessati a più luoghi tra le otto aree di proprietà pubblica finora messe a disposizione: Porto di Mare a sud est, via Sant’Elia 33 (ex Palasharp), via San Romanello a Quinto Romano e via Demostene, a Villa San Giovanni – nel primo avviso esplorativo del Comune –, per un totale di 200mila metri quadri di superficie. Poi: quelle di via Bovisasca, a nord, via Pitagora in zona Gorla, via Pompeo Leoni, vicino viale Toscana, e via Medici del Vascello, a Rogoredo, contenute nel secondo, per un totale di 33mila metri quadri.
Sette le manifestazioni di interesse per l’area dell’ex Palasharp, cinque per Porto di Mare, quattro per via Demostene, tre per via San Romanello. Ancora, due per l’area di via Bovisasca, altrettante per via Pompeo Leoni e una per via Pitagora. Quella di via Medici del Vascello invece non ha attratto nessun operatore. La dimensione complessiva delle aree su cui sono state presentate offerte è di 193mila metri quadri. "Penso che entro fine anno – il commento del sindaco Giuseppe Sala – potremmo procedere alle aggiudicazioni. Adesso dobbiamo verificare la correttezza delle offerte e la corrispondenza alle nostre richieste, quindi scegliere la più conveniente per la pubblica amministrazione perché poi andranno messe a gara e ci sarà ancora più o meno un mese per chi non ha partecipato per partecipare".
"C’è soddisfazione e ottimismo per la risposta molto positiva del settore privato e del privato sociale", dichiara l’assessore al Bilancio, Demanio e Piano straordinario Casa, Emmanuel Conte. "Siamo solo all’inizio di un percorso sfidante. Definiremo con il Consiglio comunale anche le regole e le linee guida di sviluppo dei progetti da realizzare. Oggi questo piano ambizioso muove il primo di molti passi ancora da compiere che ci potranno condurre a una città più giusta e inclusiva". Questa la situazione, a sette mesi dalla approvazione in giunta della delibera con le linee di indirizzo, che risale al 24 ottobre scorso. L’obiettivo è realizzare 10mila alloggi a costi accessibili (circa 6.500 a Milano e 3.500 nell’hinterland) per chi abita a Milano e nella città metropolitana entro i prossimi 10 anni. Tre, i punti principali: rispondere alla crescente domanda di abitazioni a costi accessibili nella città; la sostenibilità, con un’attenzione particolare ai bisogni delle fasce di popolazione a basso e medio reddito; la regia pubblica nella realizzazione degli interventi, anche mediante forme di cooperazione pubblico- privato. Il Comune di Milano mette a disposizione aree, a valore simbolico o cedendo il diritto di superficie. Individuati 21 siti.
Tra i partecipanti: Coima. "Abbiamo analizzato le varie proposte e presentato anche noi una manifestazione di interesse su alcune aree, ora vediamo – ha evidenziato ieri Matteo Ravà, head of fund and asset management di Coima –. L’intento era principalmente aprire un confronto col Comune". Ieri, durante l’evento in cui la società ha presentato i risultati 2024, è emerso che "a Milano cresce la popolazione, in particolare la fascia 19-44 anni", e che in città mancano "40mila case".
Marianna Vazzana