BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Chiude il ponte tra Vaprio e Canonica, camionisti in rivolta

Manutenzione in vista per il viadotto. Il portavoce degli autisti: "Niente pedaggi sull’A4 o falliremo"

Lavori di manutenzione in vista per il ponte sul fiume Adda

Vaprio d'Adda (Milano), 23 settembre 2020 - Manutenzione necessaria, cantiere in vista per il ponte di Vaprio-Canonica. Scatta la protesta dei camionisti: "Non possono rimanere solo vie a pagamento per noi. Ci vogliono morti". Gianpietro Robbiati, portavoce dei bisonti dell’hinterland, è pronto a bloccare il traffico come in passato "se non si trova una soluzione condivisa". Un’idea lui ce l’ha: "Niente pedaggio sull’A4, unica strada rimasta per attraversare il fiume, per tutta la durata dell’intervento: cinque-sei mesi". 

L’emergenza sanitaria causata dal Covid ha spostato tutto a fine anno, mancano ancora i dettagli, ma per la sistemazione dei tiranti consumati - 600mila euro il costo – è scattato il conto alla rovescia . "Il problema è sempre lo stesso – spiega il sindacalista – superare l’Adda. A Trezzo circolano solo i colleghi che scaricano e caricano in città, a Cassano c’è lo stop sopra le 3,5 tonnellate, e con Vaprio chiuso noi dovremmo raggiungere Brivio, nel Lecchese, o accollarci il pedaggio sulla Milano-Venezia. Una situazione davvero assurda".

Gli autotrasportatori hanno anche un “Piano B”: "Riaprire pro-tempore entrambi i cavalcavia, Cassano e Trezzo, ed evitare così di farci fallire". Il problema è doppio: economico e "ancora peggio ‘tecnico’: possiamo guidare solo poche ore al giorno, allungare i tragitti significa tagliare posti di lavoro. Il momento è già abbastanza difficile, senza aggiungere un altro carico". "Quasi tutte le sere – racconta - sono costretto a recuperare autisti che hanno raggiunto il limite a una manciata di chilometri da casa: Truccazzano, Albignano e dintorni. È una follia, non si può andare a vanti così". Robbiati ce l’ha anche con "le opere che non finiscono mai", le bretelline taglia-code (a Cassano e Vaprio) che si aggiungono al restyling: "L’intervento è necessario, non vogliamo fare la fine di Genova, ma neanche trovarci in mezzo alla strada. Si deve tenere conto anche delle nostre esigenze". Per avere il nuovo ponte sull’Adda, a Trezzo, pagherebbe oro: "Se ne parla da 25 anni, ma non si muove un mattone. Morirò senza vedere la posa della prima pietra". Stesso giudizio severo sulla tangenzialina vapriese che dovrebbe cancellare la strozzatura medievale che inchioda in fila ogni giorno 19mila mezzi in attesa di fare la spola fra la sponda milanese e quella bergamasca sul viadotto che le collega da più di 50 anni. Ora, le sue barre d’acciaio rivestite in calcestruzzo mostrano la corda, "e noi rientriamo in agonia. Come succede ogni volta che si mette mano a uno dei cavalcavia sul fiume". L’opera è attesa dal 2000, sembrava sbloccata ma la crisi sanitaria ha fatto slittare ancora una volta l’inizio.