Vallanzasca, Ministero dell'Interno gli fa causa ma vince l'ex boss della Comasina

Una causa in relazione al risarcimento da oltre 400mila euro da lui mai versato per l'omicidio di un poliziotto nel '76 e ai compensi che, invece, avrebbe ottenuto per due libri e un film sulla sua vita

Vallanzasca in tribunale (Newpress)

Vallanzasca in tribunale (Newpress)

Milano, 8 novembre 2016 -  Renato Vallanzasca vince contro lo Stato in una causa sui risarcimenti per 425mila euro che l'ex bandito della 'mala' milanese deve ancora al Vimilnale. Soldi che il 'bel Rene'' avrebbe dovuto versare al Ministero dell'Interno per risarcirlo in relazione alla condanna all'ergastolo per l'omicidio di un poliziotto della stradale nel 1976, durante un'evasione.

Nel 2014, visto che non pagava, lo Stato ha portato in giudizio Vallanzasca davanti al Tribunale civile di Roma sostenendo che avrebbe potuto coprire il suo debito attraverso i compensi per due libri e un film sulla sua vita intitolato 'Gli Angeli del Male'. Ma, come anticipato oggi dal Tg3 e dal Tg Lombardia, il giudice romano Lilia Papoff ha respinto l'istanza perché i soldi che il Ministero vorrebbe risultano essere della moglie Antonella D'Agostino. La causa fa emergere che il contratto per la cessione dei diritti alla Cosmo Production, che ha prodotto la pellicola firmata da Michele Placido, è da 400mila euro. Vallanzasca e consorte mettono per iscritto nel 2009 di averne già incassati 278mila e che che ne aspettano altri 121mila , oltre al dieci per cento sugli utili dell'opera. la Guardia di Finanza accerta che la D'Agostino ha davvero ricevuto dalla Cosmo quasi 300mila euro fino al 2010, soldi che il Ministero ritiene essere stati incassati da lei per conto di lui in base a un accordo tra coniugi. La D'Agostino afferma però che quelli sono proprio denari suoi, guadagnati collaborando alla scenaggiatura e dando un contributo sul set e aggiunge di averli già spesi per mantenere la suocera e aiutare Renato, ancora in carcere.

Per il giudice, come viene spiegato nel provvedimento, "dalla documentazione in atti, ed in particolare dagli esiti degli accertamenti patrimoniali compiuti dalla Guardia di Finanza, non emergono elementi univoci idonei a dimostrare che meta' delle somme pagate alla D'Agostino fossero riscosse in nome e per conto del Vallanzasca, in quanto dai bonifici bancari e dalle copie degli assegni non emerge la causale dei pagamenti". Finisce che il Ministero non solo perde ma viene anche condannato a versare 5800 euro di spese legali al pluriergastolano. 

Fonte Agi

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