Milano – I tre candidati alla carica di rettore e rettrice dell’università Statale di Milano si sono incontrati e confrontati nella redazione de Il Giorno: così Marina Brambilla, Gian Luigi Gatta e Luca Solari hanno risposto alle nostre domande.
Conflitto arabo-israeliano e dissenso: che posizione deve avere l’università sui temi del dibattito pubblico?
Solari: “Deve uscire dalla polarizzazione del dibattito, non può prestarsi a ricatti opposti. Deve essere un luogo in cui confrontare visioni differenti e garantire a tutti la possibilità di esprimersi. Trasformare le università in un luogo di conflitto vuol dire farle perdere la loro missione”.
Brambilla: “È sempre stata e deve restare luogo di dibattito aperto. La mia linea sarà quella dell’ascolto di tutte le posizioni, il nostro ruolo è quello di approfondire con studenti e docenti le ragioni del conflitto, dare possibilità di riflessione. La repressione è sempre un fallimento”.
Gatta: “Deve essere un luogo di confronto libero ma rispettoso dei diritti di tutti, dove alimentare la partecipazione civile dei ragazzi in un’epoca di astensionismo. Ben venga il dissenso ma non deve sconfinare in forme di violenza. La militarizzazione degli atenei fa a pugni col concetto di università”.
Trasloco a Mind, Città Studi da ridisegnare, campus di Sesto da salvare o abbandonare: come vede la Statale del 2026?
Brambilla: “Un campus multicentrico, con un unico cuore. A Mind non è un trasloco, è un grande progetto di innovazione che partirà nel 2027/28. Il progetto Città Studi è definito: un campus per i beni culturali e le scienze sociali. Festa del Perdono è centrale, col progetto di cittadella delle biblioteche a nuove aule studio. Lodi è nuovissimo e sarà connesso a Mind. C’è l’università della Montagna con i suoi progetti internazionali e ci sono i campus di Medicina: oltre alle ristrutturazioni in corso abbiamo bisogno di strutture didattiche rinnovate anche in città per Medicina. La Statale sarà protagonista della rigenerazione urbana".
Gatta: “Il prossimo rettore contribuirà insieme alla governance, a ridisegnare il volto di Milano come città universitaria: la presenza a Città Studi cambierà, Sesto e via Noto si trasferiranno e si realizzerà il campus Mind per l’area scientifica. La Statale sarà motore del distretto dell’innovazione in periferia, come era periferia Città Studi alle sue origini. Dobbiamo risolvere i problemi di collegamento e creare sinergie. La Statale ha una popolazione che potrebbe essere contenuta nello stadio di San Siro ma è sparsa in diversi luoghi. Il compito difficile del rettore è gestirla facendola sentire unitaria".
Solari: “L’insieme delle operazioni ci dà una grande occasione, non tanto per essere multicentrici o policentrici, ma per migliorarci. Stiamo alterando il modo in cui diverse parti dell’organizzazione entrano in collegamento. Creiamo un’università più diffusa e aperta, co-progettando con comunità locali ed enti di zona: sarà centrale per Città Studi. Servirà uno sforzo di project management per spostare un numero enorme di studenti, docenti, personale, in modo che tutti si sentano accompagnati in spazi per la didattica, la ricerca e le relazioni adeguati. È uno dei rischi di questa operazione”.
Il caro-affitti è un tema ancora caldo. Quali contromisure può adottare l’ateneo nel breve e nel lungo periodo?
Gatta: “Dobbiamo cercare di aumentare il numero di residenze, a Milano come a Lodi, in sinergia con altre università, a partire da Bicocca, e affrontando il tema in una dimensione cittadina e metropolitana. Serve grande interazione con sindaci, Regione, Città metropolitana. Convenzioni e accordi con il privato, ma non con canoni capestri. E, come ho visto in alcuni atenei statunitensi, possiamo studiare un sistema interno, un “sito“, in cui l’università filtri offerte, facendosi garante e fissando parametri".
Solari: "C’è un tema di assenza di immobili per la locazione: dovrà essere il Comune a decidere se vuole intervenire sugli affitti brevi. Noi cosa possiamo fare? Costruire nuove strutture, riadattare quelle esistenti e creare accordi. Nel breve periodo possiamo creare accordi con strutture esistenti e cambiare logiche nelle operazioni immobiliari in corso. Penso alle aree che verranno dismesse per finanziare Città Studi: potrebbero essere rifunzionalizzate sul tema dell’edilizia abitativa".
Brambilla: "Dobbiamo crescere con posti letto nelle residenze. Siamo partiti nel 2018 con 775 posti e ne abbiamo 1.200. Abbiamo progetti in corso già finanziati, come i 400 posti in Martinitt in accordo con Aler; 1.100 sorgeranno a Mind e 400 saranno per il diritto allo studio. Abbiamo accordi e strutture in comodato d’uso. L’impegno è stato massimo. Stiamo lavorando con il Comune, Bicocca e il Politecnico per una residenza diffusa con duemila alloggi. Ogni anno abbiamo 500 aventi diritto in più: resta una priorità".
Il Cda ha appena approvato la no tax area fino a 30mila euro. Una manovra sostenibile anche dopo il Pnrr?
Solari: "È stata una bella sorpresa: lo avevo inserito nel mio programma ed è assolutamente sostenibile rispetto alla struttura del nostro bilancio. È possibile andare anche oltre e non deve riguardare solo l’Università degli Studi di Milano ma deve essere una base: nei prossimi sei anni i rettori attivino il Paese nella consapevolezza che se vogliamo tornare a creare capitale umano l’università non è una spesa ma un investimento. La ’no tax area’ è un piccolo pezzo del diritto allo studio, si può fare tanto altro e avere aule adeguate".
Brambilla : "Il percorso è cominciato nel 2019: avevamo alzato la ’no tax area’ da 14mila a 20mila euro, analizzando gli effetti. L’ulteriore passo è frutto di un lungo confronto con gli studenti e permetterà di passare dai 19mila beneficiari ai 27mila. Il costo è inferiore al milione: il 70% del gettito dalle tasse arriva dalle fasce alte e da chi decide di non dichiarare, quasi il 27%. Prevediamo anche di rientrare perché il fondo di finanziamento ordinario prevede premialità e contiamo di attrarre più studenti, senza dimenticare borse e servizi".
Gatta: “Si amplia il numero di persone alle quali possiamo offrire formazione pubblica gratuita, metà degli studenti accederanno. La difesa dell’università pubblica in quanto tale andrà fatta pesare nelle sedi di competenza per avere forme di finanziamento. Non dobbiamo diventare un’università di serie B e con meno servizi, ma garantire eccellenza didattica e della ricerca e diritto allo studio. Attenzione quindi al bilancio e alla programmazione economica: ho previsto un prorettore ad hoc. Serietà nei controlli anche a tutela di chi paga”.
Svolta digitale e lezioni in presenza, mentre crescono gli atenei telematici: una terza via è possibile? Prevedete misure per i lavoratori?
Brambilla: "La crescita degli atenei telematici non va sottovalutata: eCampus è il quarto ateneo in Lombardia. Ma non li rincorriamo, riaffermiamo il Dna della Statale, la didattica basata sull’incontro in aula e fuori dall’aula. Detto questo, abbiamo aule attrezzate per la didattica blended e progetti pilota, caliamo la qualità anche nei corsi a distanza, con tutor, sperimentiamo corsi open, che funzionino anche come orientamento, e formule a supporto di studenti lavoratori o per chi è in momenti di difficoltà".
Gatta : "Il rettore deve essere una voce, con la Crui, per far sì che le telematiche non abbiano condizioni di privilegio, per esempio sul rapporto studenti e docenti. Focalizziamoci sui campus in presenza, come luoghi di aggregazione sociale dopo il Covid, senza ignorare la tecnologia: può servire per consentire la frequenza ai lavoratori, a chi ha problemi di salute, per corsi post laurea. Bisogna darsi un progetto e regole: non deve essere usato come soluzione per il sovraffollamento delle aule o come ‘toppa’”.
Solari: “In un Paese con pochi laureati l’avvento delle telematiche non è un problema, lo è il valore legale del titolo di studio e il rischio che qualcuno voglia comprare un pezzo di carta. La multimedialità può aiutare. È necessario ridisegnare i percorsi con momenti in presenza che vadano oltre la classica aula, che si può trasferire online, sperimentando lavori in gruppo e project work. In università si apprende e si cresce come persone, nelle telematiche si acquisiscono conoscenze: due mestieri diversi".
Parità di genere: quali misure introdurre per superare i divari e per prevenire episodi di molestia, emersi anche in una vostra indagine?
Gatta: "Cercherei di dare continuità al lavoro fatto per sensibilizzare e promuovere la parità di genere. Partirei dalla fotografia del 2024 ponendomi dei target che vogliamo raggiungere per il 2030 e, pur nei limiti dei concorsi pubblici, prevederei incentivi e premialità per un riequilibrio di genere. Sul tema molestie va fatta prevenzione: l’università è luogo di cultura, servono strutture per assistere e convincere a denunciare".
Solari: "Bisogna incentivare chi subisce a denunciare: se il tema è emerso da un questionario qualcosa non ha funzionato. E c’è un problema subdolo: una cultura di ’omofilia’, si tende ad associarsi per ’vicinanza’. Seguirei l’esempio della Spagna: forzare un sistema di quote, se si ha uno sbilanciamento, può aiutare. Bisogna lavorare su una cultura dell’accoglienza, anche nei confronti di chi è in transizione".
Brambilla: "Siamo stati tra i primi a stilare un bilancio di genere, emerge ancora una piramide. Spesso ci sono rallentamenti alla carriera: il lavoro di cura grava ancora sul genere femminile. È aperto un bando per giovani madri-ricercatrici: misure da potenziare. Per le molestie e gli atteggiamenti sottili e discriminatori emersi, serve un lavoro culturale ed è nato uno sportello anti-violenze con la Mangiagalli. Da rafforzare".
Ha vinto: primo provvedimento da rettore o rettrice?
Solari: "Non si può fare subito il 2 ottobre, ma comincio a lavorare per innalzare la quota di finanziamento per la ricerca di base".
Brambilla : "Mi metto in ascolto per creare il piano strategico ’25-27: primo atto corale della comunità di docenti, ricercatori, studenti e personale".
Gatta: "Telefono alla Regione per i rapporti sulla sanità, al sindaco per Mind e Città Studi, alla presidente Crui per ampliare le relazioni con gli altri atenei".