Torna in carcere la presunta dark lady della “coppia diabolica” del tentato omicidio per vendetta ai giardinetti a Monza. Aveva l’obbligo di tenersi lontana da smartphone e social, invece ha litigato al telefono con una ragazza per un presunto amore conteso. Marina Spinelli, studentessa incensurata 19enne di Sesto San Giovanni, ritenuta la mandante dell’aggressione a coltellate commessa il 15 settembre 2019 ai danni di M.D., 27enne monzese, e condannata dal Tribunale di Monza a 5 anni e mezzo di reclusione, aveva ottenuto gli arresti domiciliari dal Riesame di Milano su istanza del suo difensore, l’avvocato Pasquale Lepiane, con la prescrizione però di restare lontana dai mezzi di comunicazione telefonica o in Rete.
La giovane stava frequentando l’università e seguendo un percorso terapeutico. Ma galeotta è stata una telefonata fatta a una presunta rivale in amore, che ha presentato denuncia, spingendo la Procura di Monza a chiedere e ottenere dalla Corte di Appello di Milano (davanti a cui il 18 gennaio ci sarà il processo di secondo grado) il ritorno dietro le sbarre. Con la 19enne sono stati condannati a 6 anni l’allora ragazzo della 19enne, l’italo-egiziano ventenne Omran Mohanad (iscritto su Facebook con il nome di Mimmo Cinisello), ritenuto colui che ha materialmente sferrato i 7 fendenti. E a 3 anni e 8 mesi l’amico Arabi Fayed, 20enne di Monza, che l’ha accompagnato in auto ai giardinetti. Secondo l’accusa, la coppietta voleva uccidere il 27enne e poi anche suo cugino, ex fidanzato di Marina.
A rivelarlo, per gli inquirenti, una serie di messaggi scambiati tra la 19enne e l’allora compagno, in cui emerge la volontà di vendetta per presunti abusi subìti dalla ragazza. Dal canto suo la 19enne sostiene di avere soltanto assistito terrorizzata all’aggressione da parte del fidanzato geloso. Stefania Totaro