Maurizio
Carrara*
È vero: mi batte il cuore tutte le volte che penso alla Baggina, al Pio Albergo Trivulzio, della cui comunità, con orgoglio, continuo a sentirmi parte. Un giorno, all’improvviso, mentre migliaia di anziani soffrivano la solitudine e morivano nelle case di riposo lombarde, italiane, di tutta Europa e del mondo, si è scatenata una violenta campagna mediatica che ha messo il Pio Albergo Trivulzio al centro del “regno del male”, senza tener conto dei bollettini informativi e i comunicati stampa stilati puntualmente dalla Direzione sanitaria. E la verità non trovava spazi, neppure quando la Commissione di verifica gestione emergenza covid-19 presso il Pio Albergo Trivulzio (PAT), di cui facevano parte anche gli ex magistrati Gherardo Colombo e Giovanni Canzio, ha presentato la sua relazione finale, dalla quale emergeva che nel periodo gennaioaprile 2020: “Il rapporto tra decessi osservati e decessi attesi nel primo quadrimestre nel PAT è stato pari a 1.7 mentre quello corrispondente nelle RSA di ATS Milano è stato pari a 2.2”. In altre parole, al PAT, in quella drammatica primavera di morte, contemporaneamente venivano salvate molte vite, nonostante le Istituzioni preposte, impreparate come gran parte del mondo sanitario e scientifico internazionale, non avessero fornito mascherine, tamponi e strumenti per prendersi cura degli ospiti. Ora, però, bisogna guardare avanti. Nella Milano che dovrà reinventarsi un ruolo all’altezza della sua storia, credo sia il momento di lavorare alla fusione del Pio Albergo Trivulzio con il Golgi-Radaelli, dando vita ad una Fondazione di diritto privato aperta ma controllata dal pubblico, in grado di dare vita al più grande e all’avanguardia centro europeo per la cura dell’anziano.
*Ex Presidente del Consiglio di Indirizzo Istituti Milanesi Martinitt e Stelline
e Pio Albergo Trivulzio