Sono meno capricciosi, rispetto a un anno fa, ma aumentano i risvegli notturni. E quando sono interrogati su cosa sia mancato di più nei mesi che si sono lasciati alle spalle non hanno dubbi: "Non giocare con altri bambini" è la prima risposta (il 60%); "Non poter uscire liberamente", la seconda (circa il 30%). Sono alcuni dei risultati di “Bambini e lockdown un anno dopo“, il secondo step della ricerca condotta dall’università di Milano-Bicocca tra tremila famiglie che avevano già risposto al sondaggio nel settembre 2020 (il 40,5% del campione è milanese) e che sono state ricontattate per capire l’andamento di sonno, disturbi dell’alimentazione, rapporto con la tecnologia, ma anche la comparsa, per esempio, del mal di testa nei bimbi.
Se ci si concentra sui piccoli tra uno e 5 anni, si scopre che è stata registrata una diminuzione dell’irritabilità e dei capricci (63% contro l’81 del 2020), ma un quarto degli intervistati denuncia un sentimento di tristezzamalinconia nei figli che si sta facendo ancora sentire. Alimentazione e sono rimasti “disturbati“: è diminuito l’appetito nei bimbi (oltre il 37%) mentre è cresciuto il consumo di snack (44%). Addormentarsi si fa più difficile: (38,6%) e ad aumentare sono anche i risvegli notturni (oltre il 56%). Mentre per i più piccoli la maggioranza di chi ha riscontrato cambiamenti - 438 bimbi del campione - indica l’aumento dei risvegli notturni (56,6%), per i più grandi i cambiamenti sono stati relativi alla difficoltà di addormentarsi (60,3% - su un totale di 579 risposte). L’esperienza di incubi (19% nei più piccoli), la sonnolenza diurna (8%) e la riduzione della durata del sonno (15%) sono comuni sia tra bimbi in età prescolare che tra i più grandicelli. Sotto la lente anche disturbi di “malessere” fisico: ne ha sofferto circa il 40% dei bambini della scuola primaria. In particolare cefalea, mal di pancia, stanchezza, disturbi agli occhi. A risentire della situazione sono anche le dinamiche in famiglia, soprattutto con i bimbi delle elementari: la relazione è peggiorata (dall’11.4% del 2020 al 21.6% del 2021). "Un dato che testimonia la stanchezza emotiva del sistema-famiglia", sottolineano i ricercatori.Si.Ba.