
Il professor Umberto Veronesi (Lapresse)
Milano, 9 novembre 2016 - Umberto Veronesi, una vita spesa per combattere il cancro. Il professore si è spento a 90 anni, nella sua casa di Milano. Numerosi i messaggi di cordoglio per la sua morte. Il Professor Carmine Pinto, presidente dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), ha ricordato così il medico: "Un grande uomo di scienza che ha contribuito in maniera decisiva alla crescita dell'oncologia non solo italiana. Il Professor Umberto Veronesi lascia un'immensa eredita'. Fu uno dei primi a dare importanza alla qualita' di vita dei pazienti oncologici, che oggi rappresenta uno dei parametri essenziali per valutare l'efficacia delle terapie. E fu uno dei primi a occuparsi di prevenzione e corretti stili di vita, oggi considerati l'arma fondamentale nella lotta contro il cancro. Il suo contributo e' stato decisivo, ci auguriamo di poter raccogliere il suo testimone per continuare le sue battaglie".
Pinto ha continuato: "Nel 1973 fece parte del gruppo di pionieri che fu tra i fondatori della nostra Societa' scientifica proprio nel capoluogo lombardo. Da allora l'Oncologia medica italiana ha ottenuto risultati decisivi grazie anche al suo continuo e instancabile impegno per la ricerca, senza mai dimenticare l'umanizzazione delle cure e il ruolo svolto dalla relazione medico-paziente". "E' stato un precursore - ha sottolineato - molti dei progressi terapeutici in importanti patologie come il tumore del seno derivano da sue ricerche: fu il primo in Italia a parlare di quadrantectomia, cioe' di asportazione chirurgica di un solo quadrante della mammella, in un periodo in cui il dogma era costituito dalla mastectomia. Altrettanto importante e' stato l'aver messo a disposizione dei pazienti e della loro possibilita' di cura l'impegno mediatico perche' questa malattia avesse l'attenzione che meritava e al contempo perche' la parola 'cancro' non fosse piu' bandita ma diventasse argomento di dibattito e confronto. Nel 2013 abbiamo conferito al prof. Veronesi il 'premio AIOM alla carriera' proprio in occasione del 40? anniversario della fondazione di AIOM. Organizzeremo un incontro nazionale per ricordare i suoi insegnamenti".
CORDOGLIO DELLO IEO - "Tutto l'Istituto Europeo di Oncologia, dolorosamente colpito dalla scomparsa di Umberto Veronesi, pensa a lui con affetto e soprattutto con immensa gratitudine. Il Professore lascia fra le mura di Via Ripamonti un vuoto incolmabile, ma allo stesso tempo un'inestimabile eredità di pensiero, che continuerà a vivere nelle donne e negli uomini IEO". Così nella serata di ieri il personale dello Ieo ha ricordato Umberto Veronesi, scomparso all'età di 91 anni. "Dell'Istituto Europeo di Oncologia Veronesi è stato l'ideatore, il fondatore e il mentore - oltre che il Direttore Scientifico per vent'anni - ed è qui che il Professore ha voluto piantare solidamente i semi del suo lascito intellettuale di medico oncologo che ha rivoluzionato la lotta al cancro, con il suo amore empatico per i malati, il suo impegno nella tutela dei loro diritti, la sua fiducia nella ricerca scientifica, la sua capacità straordinaria di empatia e di visione del futuro. Quando Veronesi ha progettato e fondato lo IEO - si legge - nel 1994, voleva un ospedale che ruotasse intorno al paziente nella sua globalità e complessità di persona, e dove la ricerca fosse tutt'uno con la clinica perché il maggior numero di pazienti potesse avere accesso a tutte le terapie più avanzate che la scienza medica mette a diposizione; voleva un centro aperto al mondo, all'innovazione e alla tecnologia, capace di valorizzare e motivare le intelligenze e i talenti, in particolare dei più giovani. Voleva creare un nuovo riferimento culturale in oncologia, che mettesse in primo piano il ruolo dell'oncologia italiana a livello internazionale. Sotto la sua guida, l'Istituto Europeo di Oncologia ha trasformato questa nuova idea di ospedale in realtà, ed oggi ancor di più la squadra che Veronesi stesso ha designato due anni fa, si assume il compito di proseguire nel solco tracciato dal Professore". "Umberto ci ha ripetuto che il corpo si ammala e muore, e nessuno può accettare questa realtà più lucidamente di noi medici oncologi - commenta il Professor Roberto Orecchia, Direttore Scientifico IEO - Ma la mente può continuare a vivere attraverso le idee e la loro rielaborazione da parte di altre menti. Supereremo il dolore annichilente di oggi continuando a sviluppare e realizzare le idee del nostro Prof, in modo che sia sempre in qualche modo con noi".
REGINA ELENA - "Piangiamo oggi la scomparsa dell'illustre Prof. Umberto Veronesi. E' una perdita incolmabile per il mondo della medicina a livello nazionale ed internazionale". Lo sottolinea Gennaro Ciliberto, Direttore Scientifico dell'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena. "Il prof. Veronesi - prosegue - e' stato al contempo un instancabile medico al servizio dei malati oncologici, un continuo promotore di innovazione ed un testimonial di spicco dell'eccellenza italiana. Innumerevoli sono i suoi contributi sia diretti che indiretti alla ricerca oncologica. Quello che ha fatto dovra' rappresentare per noi un esempio da seguire". Gli specialisti dell'Istituto Regina Elena commossi ricordano Il Prof. Veronesi nella sua ultima visita all'Ente, quando in occasione dei 75 anni dell'IRCCS, il 21 aprile 2008, tenne una lettura magistrale sui progressi dell'oncologia italiana ed inauguro' l'introduzione all'IRE e unica in Italia, dell'innovativa diagnosi biomolecolare intraoperatoria per il carcinoma mammario.
I COLLEGHI - Uomo «eclettico», di «enorme cultura», «difensore della scienza e dei diritti» ma soprattutto «libero». È questo il ritratto di Umberto Veronesi tratteggiato dai colleghi che oggi hanno voluto portare l'ultimo saluto all'oncologo spentosi ieri nella sua casa di Milano. «Ci mancherà tanto, sarà un vuoto incolmabile, era un grande uomo e un difensore della scienza e dei diritti di tutti noi. Non so se ne troveremo un altro così», ha detto Chiara Tonelli prorettore alla ricerca all'Università degli Studi di Milano. «Non metteva al centro la malattia, ma la persona, aveva tantissimo coraggio e infondeva ottimismo» ha aggiunto Tonelli, che è anche presidente del Comitato scientifico della Fondazione Veronesi.
Per Pier Giuseppe Pelicci, biologo e co-direttore scientifico dello Ieo, Veronesi «era un uomo libero e ci ha insegnato a essere liberi nella scienza e nella vita. Nel lavoro credo di aver bisticciato con poche persone come con Umberto, ma non ho mai avuto un veto. Chi vinceva? Nessuno dei due, si andava avanti. Discutevamo sulle strategie, su come innovare. Era bello. Umberto era una persona che ascoltava e ha insegnato ad ascoltare. Certamente il suo percorso andrà avanti». A dare l'addio a Veronesi anche l'oncologo Stefano Zurrida, storico «aiuto» dello scienziato. «Era un uomo straordinario, di una cultura enorme. L'ho assistito quando faceva il ministro della Sanità, ero il suo segretario particolare. Lui non capiva niente di politica, però poi è diventato un bravo politico. Era un uomo eclettico, parlava di tutto, di religione, di scienza, di ricerca, di aborto con una lungimiranza enorme. Pensava alla sanità in un modo totalmente diverso da quello che fanno i nostri politici adesso. Adesso occupano una poltrona, lui invece sapeva che la sanità doveva essere programmata», ha detto Zurrida, aggiungendo che un erede di Veronesi in campo medico e scientifico «non esiste. Non può esistere un uomo come lui».