Milano, 29 dicembre 2023 – Gli attivisti per il clima di Ultima Generazione di nuovo all’attacco a Milano. Questa volta hanno imbrattato, sempre con vernice lavabile, l'albero di Natale che la casa di moda Gucci ha installato per queste festività in Galleria Vittorio Emanuele a Milano. In quattro sono stati denunciati dai poliziotti della Digos: si tratta di due uomini e due donne.
Il blitz in Galleria
Questa mattina alle 11.30, quattro cittadini aderenti alla campagna Fondo Riparazione, promossa da Ultima Generazione, hanno gettato secchi di vernice lavabile arancione sull’albero di Gucci in Galleria Vittorio Emanuele a Milano. Sono stati portati via dalle forze dell’ordine alle 12.
Elisa, 26enne di Milano ha dichiarato: “Partecipo oggi alla colorazione di questo albero che non ha niente di celebrativo, ma è simbolo della ricchezza di pochi e dell’oppressione di molti. Siamo nel 2023 e non c'è niente di normale in questo Natale, non c'è niente di normale in un'azienda che fattura 10 miliardi l'anno, dà un milione in beneficenza e intanto continua ad alimentare un sistema di lusso e di consumo che sta decretando la nostra condanna a morte”.
"Basta spazio al super lusso”
"Invece di concedere il prezioso spazio della Galleria Vittorio Emanuele ad una multinazionale del lusso, alimentando così la chimera del consumismo, il Comune di Milano potrebbe usare questo luogo a favore di iniziative sociali o istruttive per tutta la popolazione”, sottolineano gli attivisti Ultima Generazione. E ancora: “Visto le varie polemiche, chiediamo al sindaco Sala se intende usare i soldi di questo “Gift of love” per sostenere le persone a basso reddito o per nuovi progetti inutili”.
Gli attivisti proseguono: “Può il salotto buono di Milano avere un altro uso oltre a quello dello shopping? L’albero di Gucci, oltre ad essere stato ampiamente criticato, è simbolo di un stile di vita totalmente insostenibile. Un stile di vita scandaloso davanti al divario economico in Italia. Secondo il rapporto Oxfam Italia: la ricchezza posseduta dai 50.000 italiani più ricchi supera di tre volte quella dei 25 milioni di italiani più poveri. Con questo gesto denunciamo la complicità delle multinazionali del lusso e il governo nel sostenere un modello economico che permette ad una fetta minuscola della popolazione di accumulare vergognose ricchezze e di abusare selvaggiamente delle risorse planetarie. Milano è la prima città per consumo di suolo pro capite nella regione, cosa che la rende estremamente vulnerabile agli eventi estremi per i quali Milano è seconda in classifica nel 2023. Quante alluvioni e siccità ancora dovranno esserci per capire che la crisi climatica è un problema anche di distribuzione della ricchezza?”.
Oltre il metodo di protesta
Da Ultima Generazione domandano: “I nostri metodi sono antipatici? Non esiste protesta convenzionale che abbia avuto successo, è per questo che usiamo la disobbedienza civile nonviolenta. Ultima Generazione è molto di più di un gruppo di persone che bloccano le strade o colorano un monumento: è un progetto concreto di nuova democrazia, che si fonda proprio sul riprendere la responsabilità di agire in prima persona come cittadini, a maggior ragione perché chi ci rappresenta ci mette in carcere anziché rispondere alla nostra richiesta di prendersi cura di chi è più fragile ed indifeso”.
L’albero Gucci al posto di Swarovski
Dopo anni di sponsorizzazione di Swarovski, la tradizionale installazione nell’Ottagono di Milano è stata affidata alla maison di moda del gruppo francese Kering (lo stesso di Yves Saint Laurent, Balenciaga e Bottega Veneta).
L’albero di Gucci (realizzato attraverso la società Luxury Goods Italia spa) si chiama “The Gift of Love” e rappresenta una piramide di pacchi regalo dalla forma bombata, la stessa scelta dalla griffe per le sue vetrine natalizie. E’ stato acceso dal sindaco Giuseppe Sala nella serata del 4 dicembre scorso.
Le polemiche
Abituati alla versione più classica dell’azienda di gioielli austriaca, sui social i milanesi si sono divisi sui giudizi alla nuova decorazione. C’è chi ne ha esaltato l’originalità (pochini, a dire il vero) e chi invece lo ha bollato come “inguardabile”, “tristissimo”, qualcuno addirittura si è spinto a definirlo “un’albero di airbag” o “una catasta di cuscini”.