
Tutti i colori della manifestazione "Un’eredità per cui lottare ancora"
di Giulia Bonezzi
Centomila in corteo nel 78 esimo anniversario della Liberazione, la selvaggia parata di Milano con le sue anime più varie del meteo che l’attraversa, bandiere di partiti, sindacati, gruppi e associazioni, della Palestina più numerose di quelle ucraine (ma nessuna contestazione alla Brigata ebraica); un anziano che conciona un giovane di Lotta comunista sul contributo degli Alleati e uno spezzone che scandisce "fuori l’Italia dalla Nato", persino un gruppo che invita a firmare "contro la guerra" intonando un canto delle Brigate Garibaldi (Con la mitraglia fissae con le bombe a mano).
Eppur si muovono insieme centomila paia di piedi, anche in carrozzina o sul passeggino, una donna su tacchi rossi e un’altra che giura: "Il mio ginocchio reggerà, ho messo tanto di quel voltaren...". La colla non sono solo i Bella ciao che rimbalzano dal camioncino del Pd ai peruviani in fondo. Lara Giroletti, 19 anni, al primo di Scienze internazionali e istituzioni europee alla Statale, va in corteo dall’età di due anni "perché è importante combattere per gli stessi valori, ci sono popoli che non sono ancora liberi". Con lei c’è Tommaso Alghisi, 21 anni, studente di Psicologia alla Cattolica, ed è la sua seconda volta: "Non era una tradizione di famiglia, ma mi sono costruito un’idea mia". Valentina Leonardi e Sofia Weck hanno 29 anni, sono fiorentine, lavorano a Milano e il senso del 25 Aprile è "rivivere collettivamente valori indimenticabili ma che non vanno mai dati per scontati. La storia è ciclica - ragiona Valentina –. Sono momenti belli questi, ci si sente parte di qualcosa di più grande e si impara a stare nella comunità". "Mi sento responsabile di portare avanti qualcosa che ho ricevuto", dice Lorenzo Ameri: sono quattro amici intorno alla quarantina e la loro partecipazione era scontata – "Perché non esserci è la domanda", sorride Nicole Cardin -, ma "quest’anno era ancora più importante", sottolinea Cecilia Isella. "Il fascismo è stato sconfitto una volta e si può sconfiggere ancora – aggiunge Carola Fumagalli –. Viviamo in un clima che sta mettendo in discussione alcune libertà, dobbiamo difendere quello che altri hanno lottato per garantirci".
Non sono le sole ad aver avvertito un’urgenza: "Sono tornata dopo alcuni anni di assenza – spiega Monica Luciano, 58 anni –. Sono antifascista, iscritta all’Anpi e questo governo non mi piace per niente". Pietro Levrero, 78 anni come la Liberazione, in corteo viene sempre "ma questa volta doppiamente motivato. Da vent’anni assistiamo a tentativi di revisionismo: c’erano due parti, ciascuno piange i suoi morti ma non si può rinnegare per cosa siano morti. La Costituzione è antifascista".