
di Barbara Calderola
Lotta alla depressione da Covid ma anche al bullismo, educazione sessuale e di genere, il Consultorio entra in classe.
L’Asst Melegnano-Martesana lancia il progetto salva-sedicenni, via alle lezioni alle superiori, tre incontri di due ore in ogni aula, coinvolti 1.500 ragazzi sul territorio. L’adesione al nuovo programma, ideato per affrontare i nodi critici dell’età acuiti dalla pandemia, è stata massiccia.
"Oltre le nostre aspettative, segno che anche i docenti sentono il bisogno di aiuto – spiega Daniela Codazzi, pediatra che ha messo a punto l’iniziativa e responsabile dei consultori aziendali –. Si parla molto del disagio in questa fascia d’età, ma si fa poco. Credo sia necessario un intervento massiccio perché il dolore ha superato il livello “fisiologico“, spesso siamo oltre la soglia di guardia".
Sotto la lente, seconde e terze superiori, in Martesana si sono fatti avanti subito il Bellisario a Inzago e l’Argentia a Gorgonzola, ma nel Sud Milano gli istituti sono una decina, da San Giuliano a Opera.
"L’esperienza non si esaurirà con questi appuntamenti – aggiunge Codazzi – l’obiettivo è costruire una rete condivisa che veda lavorare i nostri specialisti gomito a gomito con professori e istituzioni in un’ottica di prevenzione. Il rapporto servirà ai singoli e al gruppo per affinare le strategie necessarie a gestire i problemi. Il desiderio è costruire un “patto educativo di comunità“, al quale possiamo contribuire tutti".
Un modo nuovo di tendere la mano ai più giovani.
È in corso anche una ricerca che fotografa le difficoltà e il modo in cui sono state affrontate. Un primo report su un campione di 300 studenti della zona, fra i 14 e i 16 anni, rivela che la maggior parte, il 52%, non ha chiesto aiuto a nessuno durante il periodo più critico della pandemia, mentre il 25% si è rivolto ai propri amici, solo il 7% alla scuola e un altro 7% ai servizi sanitari.
La maggiore conflittualità in famiglia ferisce più di un quarto dei figli (26%), la malattia o i lutti per colpa del virus il 18%, la mancanza della scuola il 13%.
I sentimenti prevalenti sono l’indifferenza per il 28% del campione, la solitudine per il 25%, la tristezza per il 15% e la noia per il 14%. "Ma c’è un altro dato che deve fare riflettere tutti noi adulti – conclude la pediatra – ed è quanto i ragazzi si sentono ottimisti per il futuro: uno su tre risponde poco".