
I Comitati chiedono ai sindaci di Cerro e Melegnano di fare pressione sugli enti competenti per ottenere le barriere
I cittadini di Melegnano e Cerro al Lambro che abitano lungo la linea ferroviaria dell’alta velocità tornano a chiedere il posizionamento di protezioni fono-assorbenti per schermare le loro case dal rumore dei treni in transito. L’argomento è tornato di attualità in questi giorni, con l’annuncio che, a San Giuliano, nel 2025 verranno installate delle barriere acustiche lungo la ferrovia, per abbattere le emissioni e migliorare la qualità di vita dei residenti. Un analogo intervento è atteso da anni anche a Melegnano e Cerro, ma in questo caso la posa dei manufatti non è ancora stata calendarizzata, con somma delusione da parte dei cittadini. "Non possiamo tenere le finestre aperte, neppure in estate. Ad ogni passaggio dei treni è come se l’audio della televisione si azzerasse. E gli animali domestici si spaventano. Il transito dura solo pochi secondi, ma sono sufficienti a creare disagio - racconta Lorenza Bonini, che abita vicino alla ferrovia ed è consigliere comunale di opposizione a Cerro al Lambro -. Il problema si trascina da tempo, non se ne può più.
I sindaci di Cerro e Melegnano facciano pressioni sugli enti competenti, per ottenere finalmente le barriere". "Il rumore prodotto dai treni può avere impatti negativi sulla salute e il benessere delle persone, in termini di disturbi del sonno, problemi della concentrazione, ansia e stress - aggiunge Francesco Piazza, capogruppo della minoranza consiliare a Cerro al Lambro -. Data l’urgenza della situazione, è cruciale che l’amministrazione comunale si muova rapidamente per garantire che le barriere vengano installate nel più breve tempo possibile. Ne va della qualità di vita di decine di famiglie". Per tenere alta l’attenzione su questo tema, e invocare un intervento risolutivo, nel corso degli anni sono state organizzate raccolte di firme e manifestazioni di piazza. Della questione si era interessato anche il consigliere regionale dei 5 Stelle Nicola Di Marco.
Alessandra Zanardi