"Non è un’opera rilevante": i Tre Cavalli di Lucio Fontana possono lasciare Milano

Milano, i giudici hanno annullato il "no" alla libera circolazione notificato dal Ministero della Cultura. Il confronto con la scultura Cavalli Marini, la scelta di un mecenate nel 1939 e il parere del prof

I tre cavalli di Lucio Fontana

I tre cavalli di Lucio Fontana

Milano, 26 febbraio 2023 - "L’opera Tre Cavalli è stata concepita nell’estate del 1938 insieme a numerosi altri pezzi ceramici e in grès in preparazione alla mostra prevista in dicembre di quell’anno alla Galleria del Milione di Milano, dove fu esposta e acquistata dai fratelli Ghiringhelli, proprietari della galleria. Il concetto plastico riprende e sviluppa quello precedente, espresso in numerose ceramiche, del cavallo singolo o della coppia di cavalli seduti che emergono da una materia informe (terra o acqua)". Tradotto: quell’opera di Lucio Fontana non è rilevante per il patrimonio artistico italiano. Con questa motivazione, i giudici del Tar hanno dato torto al Ministero della Cultura e "liberato" la scultura dell’artista italo-argentino padre del movimento spazialista. Detto altrimenti: chi la possiede può portarla all’estero.

Il contenzioso legale scatta il primo settembre 2020, quando una società di consulenza con sede in zona Pagano chiede all’Ufficio esportazione della Sovrintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Milano il rilascio dell’attestato di libera circolazione per i Tre Cavalli. I tecnici ministeriali negano il lasciapassare, avviando il procedimento di dichiarazione dell’interesse culturale: "La ceramica in questione – spiegano – è rara di per sé, anche dal punto di vista qualitativo, per via delle dimensioni e della colorazione. Pertanto questo bene, per la sua indubbia qualità e il buono stato conservativo, la sua rarità sia in senso qualitativo che quantitativo e per la sua riconosciuta importanza nell’ambito della produzione di ceramiche di Lucio Fontana, è meritevole di essere sottoposto a tutela".

Un parere contestato dai proprietari, che a quel punto si rivolgono al Tribunale amministrativo per chiedere l’annullamento del provvedimento. In particolare, i legali si concentrano sul concetto di unicità dell’opera, sostenendo che la Sovrintendenza avrebbe completamente trascurato la somiglianza "per soggetto, materiali, composizione, datazione, morfologia e storia espositiva" con i Cavalli Marini, scultura realizzata da Fontana nello stesso periodo (oggi esposta al Museo del Novecento di Firenze) e ritenuta già all’epoca di maggior valore.

Una tesi sostenuta pure dall’esperto chiamato in causa da entrambe le parti, il ricercatore di Storia dell’arte contemporanea dell’Università di Pavia Paolo Campiglio: "Non intercorre alcuna differenza o disparità qualitativa da un punto di vista storico-artistico, ma solo minime varianti di forma". Anzi, il fatto che nel 1939 "il raffinato intenditore Alberto della Ragione" abbia scelto di acquistare i Cavalli Marini e non i Tre Cavalli la dice lunga su quale sia la scultura più pregiata. Conclusione: l’opera può espatriare.

 

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