
Travolse Momo, troppo pochi 5 anni Il gup respinge il patteggiamento
Troppo pochi cinque anni di reclusione per aver travolto e ucciso con l’ auto un bimbo di 11 anni in bici. Niente patteggiamento, ha concluso il giudice. Troppo pochi cinque anni, anche perché il ventenne alla guida non aveva mai preso la patente, aveva consumato droga e si era messo al volante con una gamba ingessata. Impossibile non abbia capito che avrebbe potuto provocare un incidente in quelle condizioni.
Bisogna tenere conto - ha scritto nel suo provvedimento il gup Lorenza Pasquinelli - "della pluralità e della allarmante gravità delle violazioni al codice della strada", da cui si può ritenere che "la predisposizione psicologica del conducente" fosse "al limite del dolo eventuale", ossia dell’accettazione consapevole del "rischio" di mettere "in concreto pericolo la vita degli utenti della strada". Con queste motivazioni il giudice ha respinto per incongruità della pena la richiesta di patteggiamento, che aveva avuto l’ok della Procura, per Nour Amdouni, il 20enne che venne arrestato il 18 agosto scorso per omicidio stradale, anche con l’aggravante della fuga, per aver travolto e ucciso un bambino di 11 anni, Mohanad “Momo“ Moubarak. Quando fu investito il 9 agosto attorno a mezzanotte, era in sella alla sua bici in via Bartolini, poco lontano dal ristorante del padre, vedovo da poco. Come ricostruito nell’indagine della Polizia locale e del pm Rosario Ferracane, quella sera il ventenne aveva assunto cannabinoidi, guidava con la gamba ingessata e senza la patente che non aveva mai conseguito.
Il giovane si costituì dopo quattro ore dalla tragedia ma nei giorni successivi arrivò per lui un’ordinanza di custodia in carcere. Nell’interrogatorio davanti al gip, pur ammettendo l’investimento, aveva spiegato di non essersi accorto di aver travolto il bambino. E non aveva dato segnali, secondo il gip Chiara Valori che aveva respinto una richiesta di domiciliari, di aver preso consapevolezza della gravità di quello che aveva fatto.
La richiesta di patteggiamento a 5 anni per Amdouni, difeso dall’avvocato Robert Ranieli, tuttora in carcere e ieri presente in aula come i familiari della vittima, era arrivata dopo il giudizio immediato, disposto dal gip Tommaso Perna. La famiglia, come parte civile, si era opposta e sta ancora attendendo un risarcimento almeno dalla compagnia assicuratrice. Essendo cinque anni il tetto massimo previsto per evitare il processo, ora Amdouni sarà giudicato con rito abbreviato.
Mario Consani