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Cronaca

Trasporti pubblici, frizioni tra Regione e Agenzie: “Il Pirellone ha già poteri ma finora ha votato una volta su tre"

Luca Tosi, direttore generale dell’Agenzia del trasporto pubblico locale di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia, durante l’audizione davanti alla quinta Commissione del Consiglio regionale, ha fatto sapere di non condividere “questa rappresentazione della Regione che non viene ascoltata”

Un convoglio di Trenord

Un convoglio di Trenord

Milano – "La quota di partecipazione del 10% non consente a Regione Lombardia di poter realisticamente influire nelle decisioni delle Assemblee delle Agenzie del trasporto pubblico locale, qualora queste ultime siano contrarie alle linee guida regionali". Per questo "la scelta è stata quella di ricondurre il confronto con le Agenzie all’esterno delle medesime, con un rafforzamento degli atti regionali, che non sono più solo linee guida ma direttive vincolanti". Così si legge nella relazione illustrativa della delibera con la quale la Giunta lombarda, un mese fa, ha approvato l’uscita della Regione dalla compagine societaria delle Agenzie di bacino del trasporto pubblico locale, andando a riformare la governance del comparto. Uscire per contare di più: questa la strategia.

"Trasporti, il Pirellone ha già poteri ma finora ha votato una volta su 3"
Luca Tosi, direttore. Agenzia di Milano

Parole, quelle della relazione, già citate su queste pagine e che Luca Tosi, direttore generale dell’Agenzia del trasporto pubblico locale di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia, ieri, durante l’audizione davanti alla quinta Commissione del Consiglio regionale, ha fatto sapere di non condividere: "Non mi ritrovo in questa rappresentazione della Regione che non viene ascoltata, che non può incidere. Negli ultimi 8 anni l’assemblea della nostra Agenzia ha votato 47 deliberazioni, ma la Regione ha partecipato al voto solo in 15 occasioni (una volta ogni tre ndr). E in queste 15 votazioni c’è comunque stata unanimità, eccezion fatta per due casi".

Non sono i poteri e il peso della Regione ad essere deficitari. Ad essere deficitarie, rispetto alle possibilità, "sono state – secondo Tosi – le indicazioni della Regione". A tal proposito il direttore generale dell’Agenzia di Milano sottolinea un altro dato di fatto, stavolta relativo alla "clausola valutativa" che, in sintesi, prevede la redazione, ogni due anni, di una ricognizione sullo stato dell’arte dell’Agenzia, delle dinamiche di funzionamento e della programmazione adottata: "Da quando sono direttore generale non ho mai avuto notizia di questa ricognizione" ha rimarcato Tosi. Altro elemento di criticità è il ricorso, da parte della Regione, alle "direttive vincolanti" e, di conseguenza, la nuova centralità della Giunta regionale nel circuito decisionale. Disposizioni che marginalizzano le Agenzie.

Non a caso le perplessità e il malcontento nei confronti della riforma sono trasversali a quasi tutti i presidenti delle Agenzie del Tpl, tutti intervenuti in commissione. Oltre a quelle già esposte, sono state sottolineate altre due criticità. La prima: per Trenord continueranno a valere regole e prassi diverse sia per il trasferimento dei fondi sia per la programmazione del servizio, come se il trasporto ferroviario sia "un mercato a parte" rispetto a quello su gomma. A decidere tutto è, sostanzialmente, la Giunta regionale. La seconda: non è sempre chiaro come sarà suddiviso il 10% fin qui detenuto dalla Regione nelle Agenzie. Emilio Del Bono, consigliere regionale del Pd, punta il dito contro "il centralismo di Palazzo Lombardia che, in barba all’autonomia, toglie potere ai territori". Nicola Di Marco, capogruppo del M5S, si chiede se "l’annunciato disimpegno della Regione dalla governance delle Agenzie sia il preludio ad un disimpegno economico". Ed evidenzia come "ad un disimpegno debba conseguire una maggiore autonomia da parte delle Agenzie. Ma così non è".