Milano, 24 luglio 2025 – Non c’è solo il danno economico, dato dall’aver acquistato case ora “sotto processo“, ma anche “lo stigma sociale, la frattura che si è creata” fra chi abita nella Park Towers a Crescenzago e gli altri abitanti del quartiere.

“Un giorno ero in giro con mio figlio – racconta uno dei residenti – e una persona ci ha apostrofati come ‘abusivi’. Ho dovuto spiegare a un bambino il significato di quell’insulto totalmente gratuito, perché noi non abbiamo fatto niente di male e abbiamo comprato casa in totale buona fede”. I tre edifici, alti 81, 59 e 10 metri per un totale di 113 appartamenti, svettano nello skyline della zona. Al piano terra palestra e coworking come spazi in comune, poi case per circa 250 persone, proprietari e persone in affitto, tra cui diversi studenti.
La notizia del rinvio a giudizio di sei persone accusate a vario titolo di abuso edilizio, lottizzazione abusiva e falso (l’immobiliarista Andrea Bezziccheri di Bluestone, il progettista Sergio Francesco Maria Asti, tre ex dirigenti e funzionari dello Sportello Unico Edilizia del Comune e il rappresentante legale della Devero Costruzioni) è rimbalzata tra chi ha investito i suoi risparmi in quelle nuove torri, che ora sono quasi totalmente abitate. Nelle indagini la gip Daniela Cardamone, nel gennaio 2024, pur rigettando la richiesta di sequestro del complesso immobiliare, aveva ritenuto di condividere l’impianto accusatorio dei pm, ora accolto anche dalla gup Alessandra Di Fazio che ha disposto il rinvio a giudizio degli imputati.
Quell’operazione di sviluppo immobiliare, secondo la Corte dei Conti, avrebbe anche provocato un danno erariale di circa 300mila euro, come mancati incassi dagli oneri di urbanizzazione. “Sentir parlare di lottizzazione abusiva fa raggelare il sangue”, racconta uno dei residenti, manager 50enne nel settore dell’informatica, che preferisce mantenere l’anonimato. “Noi abbiamo rogitato nel 2024, consapevoli dell’indagine in corso – prosegue – perché ormai era troppo tardi per tornare indietro. Abbiamo agito in totale buona fede, dopo aver ricevuto rassicurazioni da parte del costruttore e del Comune. Di certo non siamo sereni, anche di fronte agli ultimi sviluppi, e la notte dormo male. Siamo finiti in un tritacarne, senza avere alcuna colpa”.
Sono acquirenti di case che, in questo momento, sono difficilmente rivendibili (a meno di non svenderle), almeno fino a quando non verrà definito il processo. “Lei comprerebbe una casa su cui grava un processo per abuso edilizio? Ci troviamo proprietari di immobili che oggi hanno un valore virtuale pari a zero, invendibili perché potrebbero volerci anni prima che si arrivi a una sentenza definitiva. Ma non c’è solo questo aspetto, perché di fronte agli altri abitanti del quartiere siamo quelli che hanno acquistato immobili abusivi e per questo siamo in qualche modo sotto accusa, con uno stigma sociale”.
Un sentimento condiviso con altri abitanti di palazzi già abitati, come la Torre Milano alla Maggiolina, al centro di inchieste e processi. Ancora diverse le condizioni di chi, invece, ha acquistato casa in cantieri posti sotto sequestro, come le Residenze Lac in via Cancano, oppure bloccati per lo stallo delle pratiche. Milanesi riuniti nel comitato Famiglie sospese, che chiedono un intervento normativo. “Non diamo la colpa alla magistratura perché le indagini devono fare il loro corso – spiega il residente delle Park Towers – ma piuttosto la politica, e il Comune, devono assumersi le loro responsabilità. L’intervento, secondo noi, deve essere nazionale, perché questa situazione può riguardare anche altre città d’Italia. Vorrei chiarire che noi non siamo ricchi, siamo famiglie del cosiddetto ceto medio, con uno stipendio nella norma, che pagano il mutuo. Per noi l’appartamento alle Park Towers è la casa definitiva, dove far crescere nostro figlio, non siamo speculatori. Io, tra l’altro, sono cresciuto in questa zona e le Park Towers l’hanno migliorata, perché prima c’erano solo stabili abbandonati e degrado”.
L’appartamento è costato circa cinquemila euro al metro quadro, che per un trilocale si traduce in un investimento di oltre mezzo milione di euro: “Oltre al mutuo, abbiamo messo in gioco i risparmi di una vita. Chi ha provato a rivedere l’appartamento ha dovuto accettare forti perdite economiche, finendo nelle mani di speculatori con la liquidità sufficiente per sostenere il rischio”. Anche i residenti attendono, quindi, l’inizio del processo: “Seguiremo con attenzione i prossimi sviluppi giudiziari, perché è in gioco il nostro futuro”.