Trasloco della scuola Vivaio "Non è discriminatorio in sé"

Ricorso rigettato, famiglie deluse: "Non è solo un tema di barriere architettoniche". Congelati appello e trasloco della segreteria in attesa del Consiglio di Stato.

Trasloco della scuola Vivaio  "Non è discriminatorio in sé"

Trasloco della scuola Vivaio "Non è discriminatorio in sé"

di Simona Ballatore

Non c’è "condotta discriminatoria" nel trasloco dalla scuola media di via Vivaio all’edificio di viale D’Annunzio. O, meglio, non è accertabile in questa fase, con i cantieri aperti, una nuova istruttoria già imposta al Comune di Milano dal Tar (col confronto fra le due sedi) e un ricorso pendente in Consiglio di Stato.

"La verifica non può in concreto essere eseguita se non dopo il compimento delle opere edilizie di sistemazione della nuova sede, o quanto meno al termine della fase progettuale delle stesse", scrive il giudice Angelo Claudio Ricciardi, rigettando il ricorso presentato al Tribunale di Milano dalle famiglie di 12 alunni con disabilità della scuola, sostenute dall’associazione Luca Coscioni (spese legali da ripartire tra le parti).

Restano alla finestra le famiglie, resta alla finestra il Comune: si attende il Consiglio di Stato, a metà aprile. È stato congelato nel frattempo il trasloco anche delle segreterie (che si era ipotizzato nelle vacanze pasquali), è stata affidata una perizia al Politecnico di Milano (per circa 12.200 euro più Iva), sono stati quasi ultimati gli interventi edili mentre si stanno attendendo forniture per la parte impiantistica. I cantieri si chiuderanno in concomitanza con la decisione del Consiglio di Stato, in base alla quale anche le dodici famiglie che avevano promosso la causa civile per discriminazione decideranno se presentare a loro volta ricorso o meno. Nel frattempo, però, non nascondono la delusione: "Il Tribunale - ribadiscono - non dice che non c’è discriminazione, ma che finché l’immobile non sarà completato la discriminazione non può essere accertata. Comunque accoglie in pieno le sentenze del Tar, che ci auguriamo saranno confermate dal Consiglio di Stato". Ringraziano la Fondazione Luca Coscioni "per il generoso sostegno con cui ha affiancato le famiglie ricorrenti", ma non nascono la delusione: "Resta un equivoco fra il superamento di barriere architettoniche e l’inidoneità a erogare una didattica inclusiva, quasi che qualsiasi disabilità possa essere superata da uno scivolo - sottolineano -. Riteniamo anche che, se è vero che lo spirito della norma è quello di far cessare una discriminazione, a maggior ragione la norma dovrebbe trovare applicazione per prevenirla".

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