ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

L'invasione della trap: i soldi non dalla musica ma come "influencer"

L’analisi dell’esperto Bertolucci: "I maggiori marchi di moda si contendono gli artisti: da lì viene il vero guadagno"

L’artista Sfera Ebbasta

L’artista Sfera Ebbasta

Milano - ​L’invasione della trap. È il genere musicale che sta più spopolando, ma anche un grande business con fatturato da svariati milioni l’anno per i musicisti più famosi. La classifica settimanale dei brani top in Italia di Spotify incorona al primo posto "S!r!", il singolo trap di Thasup in collaborazione con Lazza e Sfera Ebbasta (oltre 3 milioni e 800mila ascolti). Sfera "re della trap" (come si è autodefinito) è anche in terza posizione con "Hace Calor" assieme a Kaleb Di Masi e Rvfv (oltre 2 milioni e 600 mila riproduzioni), dopo "La Dolce Vita" di Fedez e Tananai. Un altro trapper, Rhove, è quarto con "Shakerando" (oltre 2 milioni e 500 mila streaming). "La trap non è solo musica, ma una cultura che investe molteplici aspetti, dall’estetica al linguaggio allo stile", chiarisce Andrea Bertolucci, esperto di cultura giovanile, giornalista e autore di "Trap Game" (Hoepli). Non è l’ascolto musicale la gallina delle uova d’oro: "La vendita di cd o vinili è irrilevante, ma anche gli ascolti dalle piattaforme sono un flusso di redditività secondario. In media ogni volta che una traccia è riprodotta, Spotify paga a un artista un fee fra 0,003 e 0,005 centesimi di dollaro", aggiunge Bertolucci. I trapper, però, esibiscono griffe firmate e accessori da capogiro: Sfera Ebbasta si è presentato con due Rolex al concertone del Primo maggio e ha i denti coperti d’oro e pietre preziose come molti suoi colleghi. Da dove arrivano i soldi? "Con la musica e basta non si campa. Di assoluta rilevanza è l’attività di branding sui social. I maggiori marchi di moda si contendono i trapper che sono influencer a tutti gli effetti, con milioni di seguaci sui social. C’è il merchandising. Si diversifica anche con attività parallele come la ristorazione, come ha fatto Sfera con la sua catena di Healthy Color". Poi ci sono i live che dopo due anni di stop sono esplosi: il pubblico è disposto a spendere anche molto per una performance. Su Ticketone, ad esempio, i biglietti per il concerto di Sfera al Forum dell’11 ottobre oscillano tra 32 euro e 103 euro.

"La ricchezza esibita è un modo di riscattare le proprie origini: in quasi tutte le canzoni c’è un confronto tra un passato difficile nelle periferie e un presente in cui ce la si è fatta grazie alla musica. Come dicono Shiva e Sfera: “Bimbi della street, ora nella suite d’hotel”". La nascita della trap risale attorno al 2000 negli Stati Uniti: "Il nome deriva dalle trap house, nome usato nei sobborghi di Atlanta per definire le case abbandonate dove si consumava e spacciava la droga. La prima etichetta è stata fondata da Black Mafia Family, riciclando i proventi illeciti del narcotraffico", ricorda l’esperto. Il ritmo della trap è spesso fatto di basi elettroniche. Si usa spesso la drum machine Roland TR-808 ripescata dagli anni Ottanta. E poi c’è l’autotune, un software utilizzato per mascherare i difetti della voce. "Il sound è claustrofobico: rispecchia la genesi nelle case chiuse, mentre la vecchia scena hip hop e rap nasceva per le strade". Maruego è considerato l’autore del primo album di trap in Italia, "Che ne sai" del 2014. Il fenomeno è esploso nel nostro Paese nel 2016, con Sfera e la Dark Polo Gang. Simba La Rue e Baby Touché appartengono, invece, alla nuova scena drill, ma secondo Bertolucci "la musica non c’entra niente" con la faida tra le loro due gang.