NICOLA PALMA
Cronaca

Milano, vendevano falsi documenti ai migranti. Coi soldi comprate 13 case: come operavano

Scoperto il "mercato" dei certificati per stranieri gestito da una coppia di egiziani: tariffario da 600 a mille euro

Milano, vendevano falsi documenti ai migranti e coi soldi compravano case

Milano, vendevano falsi documenti ai migranti e coi soldi compravano case

MILANO – Negli ultimi dodici anni, il trentaseienne egiziano Mohamed Taher Ahmed Elgamal ha dichiarato 152.233,87 euro, con una media di 12.686,15 euro all’anno. Tradotto: 1.057,17 euro lordi al mese, ben al di sotto della soglia di povertà, fissata dall’Istat a 1.684,55 euro al mese per una famiglia di cinque persone. Trascurabile il contributo della moglie ventottenne Abdelaal Reda Neama Ali, che ha dichiarato solo 800 euro nel 2020. Domanda: come ha fatto la coppia a comprare tra il 25 luglio 2018 e il 30 gennaio 2023 undici abitazioni e un box a Pioltello e altri tre appartamenti in provincia di Sondrio (tra Teglio e Tresivio), spendendo 474.065 euro?

La risposta al rebus arriva dall’indagine degli investigatori della Divisione anticrimine e della Squadra mobile, che hanno arrestato lui e affibbiato a lei l’obbligo di presentazione trisettimanale alla polizia giudiziaria, in esecuzione dell’ordinanza emessa dal gip Guido Salvini su richiesta del pm Francesca Crupi: secondo le accuse, i coniugi avrebbero messo in piedi un lucroso "mercato" dei documenti richiesti ai cittadini extracomunitari per poter restare nel nostro Paese, con un tariffario che andava da un minimo di 600 euro a un massimo di mille.

Gli accertamenti condotti dai poliziotti della sezione "Criminalità straniera", guidati dal dirigente Marco Calì e dal funzionario Giovanni Calagna, scattano quando la polizia locale di Pioltello intercetta un flusso anomalo di dichiarazioni di ospitalità e iscrizioni anagrafiche per richiedenti asilo, certificati fondamentali per consentire a uno straniero arrivato via mare o via terra di rimanere in Italia per più di sei mesi e prima che la sua istanza venga valutata dalla commissione prefettizia. Non è una segnalazione casuale, ma rientra in un modus operandi ben preciso che il questore Giuseppe Petronzi ha condiviso con gli enti locali, spingendone i vertici a raccogliere alert sul territorio e a girarli tempestivamente a via Fatebenefratelli per eventuali sviluppi investigativi. Le prime verifiche fanno emergere il ruolo di Elgamal, "ormai diventato – annota il giudice – il punto di riferimento per molti cittadini extracomunitari che vogliono ottenere il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno nella provincia di Milano, il cui Ufficio immigrazione evade le pratiche con particolare celerità".

Le conferme arrivano dalle intercettazioni: "Ho il mio fratello che sta facendo i documenti per i suoi figli, capito? Loro hanno bisogno che qualcuno gli faccia l’ospitalità...", chiede un connazionale. Il trentaseienne risponde: "Tu non sei il primo che mi chiede queste cose... ne facciamo in quantità". Costo? "Una cifra di 700-800 euro... Vieni a Sondrio e te la faccio a 600 euro". Un meccanismo collaudato, se è vero che Elgamal e consorte hanno presentato tra il 30 giugno 2020 e il 17 aprile 2023 129 dichiarazioni di ospitalità e 7 iscrizioni anagrafiche: di queste, almeno 40 erano fittizie (con 16 rinnovi di permesso ottenuti con l’inganno). I soldi servivano ad autoalimentare la macchina illegale, tanto che i due sono indagati per autoriciclaggio: il denaro incassato in nero veniva reinvestito in appartamenti da utilizzare per indicare gli indirizzi fittizi al Comune e verosimilmente per affittarli senza contratto.