
di Francesca Grillo
Il filo parte dalle porte di Milano, a Trezzano sul Naviglio, e arriva a Pescara, dove un’operazione della Guardia di Finanza ha portato all’arresto di tre persone e messo in luce un traffico di droga e armi. I mittenti dei carichi erano della provincia di Milano: inviavano cocaina e pistole in Abruzzo. A raccogliere i pacchi era un 29enne di origini foggiane ma residente a Pescara, trovato con una pistola dalla matricola abrasa. Il corriere era un 55enne di Albairate che trasportava la cocaina. I finanzieri gli hanno trovato un modesto carico: 300 grammi, dalla provincia di Milano destinati a Pescara. Altri 50 grammi di cocaina e 4mila euro sono stati sequestrati dalle Fiamme Gialle abruzzesi, in collaborazione coi reparti di Milano. Il terzo destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare (tutti e tre ai domiciliari, in attesa degli interrogatori di garanzia) ha 63 anni e un nome “noto”. È Antonino Guzzardi, finito nelle carte delle inchieste per le penetrazioni mafiose dalla Sicilia alla Lombardia.
La sua storia è legata a quella dei Ciulla, famiglia mafiosa estensione di Cosa nostra a Milano. Connessi ai Badalamenti e a Luciano Liggio, i Ciulla e i Guzzardi sono uniti da legami di affari e sangue. I matrimoni hanno siglato alleanze e parentele tra le due cosche che da Palermo hanno affondato le radici alle porte di Milano. A Trezzano, dove hanno trovato terreno fertile. Nel vero senso della parola: hanno trasformato negli anni Settanta distese di campagna in centri con palazzi e negozi, tutto comprato con i soldi dei sequestri e poi con quelli della droga, dicono le carte delle inchieste per mafia al nord. A Trezzano, dove giravano con auto di lusso e abitavano in ville sontuose, sono sempre stati considerati potenti e temibili, anche perché legati ai feroci narcos dei cartelli sudamericani, direttamente in rapporti con Pablo Escobar. Antonino Guzzardi, l’arrestato nell’operazione di Pescara, è nipote di "zu Michele", alleato dei Carollo, dei Fidanzati e di Totò Riina, fino a quando è esplosa la guerra di mafia che ha portato all’omicidio di Francesco Guzzardi, padre di Antonino, ucciso a Cesano nel 1979, ai tavolini di una pizzeria. Antonino ne raccoglie l’eredità, considerato affidabile e l’unico in grado di tenere i rapporti con i narcos di Medellin. Nel 1993 finisce nell’inchiesta della Dda dal nome evocativo: "Fine", perché mette un punto ai traffici di tonnellate di cocaina nascoste sotto le chiglie delle navi. Inizia il tracollo delle cosche trezzanesi: Antonino ha precedenti per rapine, droga, armi, esplosivi (mai condannato per mafia). È uscito dal carcere qualche anno fa, "una vita normale", si dice a Trezzano. Era in prova, lavorava per una coop che gestisce i servizi cimiteriali a Rozzano. Aveva ricominciato coi traffici. Vecchi tempi quelli dei colombiani. Ora la droga finiva in Abruzzo.