SIMONA BALLATORE
Cronaca

Tra le pieghe della moda. Il database di fibre green testato dalle università

Nasce la piattaforma con i tessuti sostenibili creati dalle imprese milanesi "Già 110 in catalogo tra cupro e cotone riciclato. Un invito a innovare".

Tra le pieghe della moda. Il database di fibre green testato dalle università

Camilla Carrara, assegnista di ricerca della Bocconi, responsabile del progetto

Una banca dati con tessuti sostenibili, fibre innovative, applicazioni e aziende che hanno adottato processi tessili responsabili. Non solo a parole.Tutte le certificazioni a livello di prodotto, processo e aziendale sono esplicitate, anche per evitare di scivolare nel “greenwashing“. La piattaforma digitale, sulla quale è pubblicato il database, si chiama “R4MilanoEcosystem“ ed è nata sotto l’ala di Musa (Multilayered Urban Sustainability Action), l’ecosistema della ricerca finanziato con fondi del Pnrr, che vede in campo le università Bicocca, Politecnico, Bocconi e Statale, insieme a partner pubblici e privati. Tra i focus delle ricerche, uno in particolare è dedicato alla transizione ecologica: con questo progetto si cerca di avvicinare aziende e cittadini alle pratiche di sostenibilità e circolarità nel settore della moda e del design, fornendo strumenti per affrontare le sfide ambientali e favorendo lo sviluppo circolare della filiera.

"Il lavoro di catalogazione è cominciato a marzo. L’obiettivo è creare una infrastruttura digitale in ambito tessile e moda. Al momento abbiamo selezionato e schedato già 110 materiali innovativi tra cui diverse proposte di riciclato", spiega Camilla Carrara, assegnista di ricerca dell’Università Bocconi, che si è occupata dello sviluppo del progetto e del coinvolgimento delle aziende. In passato aveva già lavorato in ambito tessile con un’attenzione alla sostenibilità. "Abbiamo creato una piattaforma molto semplice per rendere le informazioni accessibili a tutti, anche agli studenti: è possibile filtrare i materiali, cercare un particolare filato, districarsi tra fibre naturali, sintetiche o biosintetiche. Si può selezionare un’impresa vicina. Tra gli ultimissimi materiali inseriti, per esempio, uno mischia cotone riciclato post-consumo a cotone rigenerativo, un altro propone una combinazione di cotone e cupro, un tessuto molto usato nella tradizione africana ma che non avevamo ancora nella nostra industria di base", sottolinea la ricercatrice. Che ha contattato le aziende chiedendo di candidare le loro creazioni innovative, raccolto certificazioni e messo sotto la lente tutto il processo industriale: non basta l’utilizzo di un materiale a indicare un’impresa sostenibile.

"L’obiettivo ora è ampliare la banca-dati, far crescere il progetto: sulla piattaforma vi è la possibilità di candidare i propri prodotti – guarda avanti Carrara –. Abbiamo creato un glossario anche per raccontare cosa c’è dietro ai vari simboli, che spesso si ignorano. Per le imprese è un’occasione per dare visibilità a prodotti che hanno sperimentato ma anche una spinta a fare networking, a creare momenti di condivisione. Le invitiamo a incontrarsi e a fare sistema". L’università, con la sua ricerca, fa così da “garante“ e da ponte verso una moda più etica e trasparente. "In un momento in cui vi è tanta confusione attorno al concetto di sostenibilità, credo sia importante avere uno strumento che aiuti nella comprensione, che parli di riciclato ma approfondendo anche le modalità, le percentuali, mostrando le differenze", ribadisce la ricercatrice. Il database dei materiali tessili innovativi è stato selezionato durante il terzo General meeting“ di Musa, all’interno del quale sono stati presentati 158 progetti, raccolti in un documento per valorizzare i frutti della comunità scientifica milanese. Sei le categorie chiave: trasformazione digitale, educazione e formazione, transizione “verde“, servizi per la salute, innovazione e infrastrutture sociali. "Questo database rappresenta un passo avanti fondamentale per favorire una sostenibilità integrata – conclude Camilla Carrara –. Non si tratta solo di scegliere materiali più sostenibili, ma di avere una visione olistica che abbracci tutto il ciclo di vita del prodotto, dalle materie prime alla produzione, fino alla distribuzione e al riciclo, dando il giusto peso all’azienda dietro il prodotto". Il quarto General meeting è in calendario il 9 dicembre all’Università degli Studi di Milano, quando si farà anche il punto sui primi due anni di vita e di attività dell’ecosistema della ricerca.