
I milanesi tra guerra e pace. Unipol ha commissionato a Ipsos una ricerca sulle opinioni dei residenti nel capoluogo lombardo...
I milanesi tra guerra e pace. Unipol ha commissionato a Ipsos una ricerca sulle opinioni dei residenti nel capoluogo lombardo sui principali conflitti in atto, da quello tra Russia e Ucraina a quello israelo-palestinese. I risultati sono sotto alcuni aspetti sorprendenti.
Il 91% dei milanesi confida nella diplomazia per porre fine ai conflitti. I meneghini mostrano un approccio più “pragmatico” rispetto al resto d’Italia: il 53% (rispetto al 44% nazionale) ritiene che ogni guerra vada valutata nel merito, mentre il 38% si dichiara “sempre pacifista” (rispetto al 43% a livello italiano). Solo il 4% si dice sempre interventista. Tra le principali evidenze delle ricerca, inoltre, emerge che tre milanesi su quattro (74%) si dichiarano preoccupati per i conflitti in corso. La guerra in Ucraina è percepita come la più allarmante (75%), seguita dal conflitto israelo-palestinese (71%). Inoltre, un milanese su tre (33%) ritiene che un intervento di mediazione da parte del presidente Usa Donald Trump (nella foto) possa contribuire alla fine del conflitto russo-ucraino.
La spesa militare divide l’opinione pubblica: il 32% dei milanesi la ritiene adeguata, il 24% troppo elevata. Solo il 17% la giudica troppo bassa, mentre uno su quattro non sa valutare. Posizioni più definite davanti all’eventualità di aumentare la spesa militare europea e quindi anche italiana al 3% del Pil: il 45% dei milanesi si dichiara contrario, il 36% favorevole.
I milanesi si mostrano più favorevoli alla creazione di un esercito unico europeo rispetto alla media nazionale: il 58% è a favore (rispetto 41% nazionale), mentre il 24% è contrario. Sulla reintroduzione della leva obbligatoria, infine, la città è perfettamente divisa: il 43% è favorevole e il 43% contrario; il restante 14% non si esprime.
Massimiliano Mingoia