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Cronaca

I tornelli anti-furbetti in metrò non piacciono a sinistra. L’assessora Censi controbatte: “Avanti così”

Dal consigliere Mazzei (Lista Sala) allo scrittore Bazzi: altre le priorità. Replica l’esponente della giunta: "Siate realisti, combattere l’evasione tariffaria è un dovere nei confronti dei tanti che pagano"

I primi 4 tornelli alti nella stazione M3 di San Donato (Dal Zennaro)

I primi 4 tornelli alti nella stazione M3 di San Donato (Dal Zennaro)

Milano, 5 gennaio 2024 – Alla fine l’assessora comunale alla Mobilità, Arianna Censi, ha dovuto pubblicare un lungo post su Facebook per difendere la scelta della Giunta comunale e di Atm di installare nelle stazioni della metropolitana i nuovi tornelli anti-evasione, quelli che per effetto dei loro 2,30 metri di altezza e dei sensori di cui sono dotati (capaci di rilevare il passaggio in contemporanea di più persone) promettono di ridurre il numero di coloro che viaggiano sui mezzi pubblici senza pagare il biglietto.

Come già riportato, la scelta dell’esecutivo di Palazzo Marino ha sollevato critiche nella stessa maggioranza di centrosinistra, a partire da Marco Mazzei, consigliere comunale dalla Lista Sala e presidente della sottocommissione Mobilità Attiva, convinto, in estrema sintesi, che non servano gabbie e che Milano debba aspirare al modello Berlino. A lui si è aggiunto ieri lo scrittore Jonathan Bazzi, che su Instagram ha scritto: "La priorità del sindaco è vantarsi dei nuovi trappoloni meccanici introdotti come tornelli in metropolitana. Ha senso in effetti: a saltare i tornelli non sono certo i padroni di questa metropoli implosa, in cui per affittare un bilocale uno stipendio mensile non è più sufficiente".

Da qui il lungo post della Censi: "Nella mia città ideale il trasporto pubblico locale è gratuito. Il trasporto a Milano ha un costo totale di circa 1 miliardo di euro. Nella mia città ideale sarebbe il miliardo meglio speso in assoluto, e se fossi nei panni della Premier lo farei subito essendo questa una scelta politica, che solo un Governo può fare. Siccome faccio l’Assessora alla Mobilità, devo fare i conti con la realtà della quale dispongo. Questa realtà dice che a Milano il trasporto pubblico vale più di 1/3 del bilancio comunale di parte corrente ed è coperto in questo modo: 40-45% introiti tariffari, 20-25% circa dai contributi del fondo nazionale trasporti e 30-40% direttamente dalle casse comunali. Ogni anno il Comune investe, dal proprio bilancio, circa 350 milioni per il trasporto pubblico. Abbiamo una politica di welfare di tutto rispetto: i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze viaggiano gratis fino all’età di 14 anni, gli studenti, le studentesse, gli anziani e le famiglie hanno sconti importanti, le persone disoccupate o con un Isee inferiore a 16.954,95 euro pagano 50 euro all’anno per l’abbonamento MI1-MI3, che equivale a 4,17 euro al mese. Stabilito che le persone in difficoltà economica sono giustamente sostenute dal Comune con un piano di welfare da oltre 50 milioni pagati interamente dalle casse comunali, la realtà e le difficoltà che tutte le amministrazioni affrontano ogni giorno ci impongono di essere intransigenti con gli evasori. Combattere l’evasione tariffaria è una necessità e un dovere nei confronti della stragrande maggioranza delle persone che pagano".