MICHELE PIGNATARO
Cronaca

Tommaso Pignataro, l’ex primario ucciso da un furgone. La rabbia del fratello: “C’era il limite di 30 all’ora, ma nessuno controlla”

Lo sfogo di Michele Pignataro: "A cosa servono gli autovelox? C’è bisogno dei vigili in strada per punire chi infrange le regole”

I rilievi della Polizia locale sul luogo dell'incidente in via Palmanova. Nel riquadro, la vittima Tommaso Pignataro

I rilievi della Polizia locale sul luogo dell'incidente in via Palmanova. Nel riquadro, la vittima Tommaso Pignataro

Milano – Tommaso Pignataro avrebbe compiuto 83 anni il prossimo dicembre, è morto dopo tre giorni di agonia all’ospedale di Niguarda: era stato investito da un furgone nella mattinata di lunedì 2 ottobre sulle strisce pedonali nel controviale di via Palmanova. Quella di seguito è la lettera del fratello Michele.  

“Ieri è morto mio fratello che lunedì scorso era stato investito da un furgone mentre attraversava sulle strisce pedonali il controviale di via Palmanova. Era il nostro fratello maggiore, medico stimato e guida della nostra famiglia. Dove è stato investito c’è il limite di 30 chilometri all'ora, ma il problema non è se il conducente del furgone viaggiasse a più o meno della velocità consentita. Se ci fosse o meno l’autovelox non mi interessa. Forse che la multa al furgone mi restituirà mio fratello? No di certo, servirà eventualmente a rimpinguare le casse del Comune. Ed è qui che mi chiedo a cosa servano gli autovelox. Per cento che rispettano le segnaletiche, ce ne sarà sempre uno che non lo fa. E spesso a questo uno si dovrà imputare un incidente.

Ormai ogni giorno ci sono cittadini che chiedono vigili per le strade che controllino il traffico, che sanzionino i trasgressori, come avveniva una volta. Il nostro signor sindaco tace e non è mai intervenuto nei dibattiti. Certamente lui, o molto probabilmente chi per lui, legge i quotidiani nazionali e risponde, quando lo ritiene opportuno, ai rilievi che fanno alla sua amministrazione, ma mai, dico mai, ho visto una sua risposta alla richiesta dei vigili in strada. Che controllino il traffico, che controllino chi guida col cellulare in mano, chi va in bici o in monopattino sul marciapiedi, chi sosta in doppia fila, chi sosta sui posti dei disabili, ecc. ecc.

Cosa dobbiamo fare? Ogni giorno un cittadino di Milano deve piangere per la perdita di un suo congiunto per un incidente stradale? Poi intervengono i vigili che fanno i rilievi e poi il verbale, ma questo sempre POST. Prima non si poteva fare nulla? In occasione della festa dei vigili, il sindaco ha promesso 520 nuove assunzioni entro il 2025, ma contemporaneamente ha ammesso che i vigili affollano gli uffici per conquiste sindacali e diritti acquisiti sui quali è difficile tornare indietro. Quindi, chi paga le conseguenze di questi accordi saremo sempre noi cittadini. Possibile che non si riesca a ripristinare quello che una volta era un vero servizio pubblico? Ora basta: siamo stanchi ogni giorno di piangere qualcuno di noi che ci lascia: chiediamo il vigile di quartiere come spesso tutte le amministrazioni avevano promesso, senza mai riuscire ad attuarlo".

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