
C’è sempre una luce, un faro, in fondo al tunnel
"La poesia è uno strumento per capire se stessi, è un’autostrada per l’inconscio" scrive Luciano Prandini, ex sindacalista e oggi anche editore, oltre che celebre vignettista. "La poesia – continua Prandini – non è un semplice sfogo, ma un elemento fondamentale di introspezione e gratificazione, è la forma più elevata di comunicazione e relazione con gli altri. Tutti siamo tendenzialmente dei poeti, quando uno scrive una poesia e la scrive nel modo voluto ricava un grandissimo senso di liberazione, di pacificazione".
Una grande attenzione alla poesia è dedicata dal Poeta, avvocato e magistrato onorario, Thomas Russo, sempre attento alle esigenze e ai problemi del mondo giovanile.
Vincitore di numerosi premi artistici, Presidente della Giuria ai Concorsi Letizia Chiarelli e Isabella Di Capua (2022-2023) Thomas custodisce nello scrigno dei suoi versi l’amore per il mondo, per la vita e la libertà.
La sua poesia rappresenta le caratteristiche della musicalità, elemento in grado di toccare i meandri più nascosti dell’anima.
La poesia, purtroppo, ha meno risalto rispetto ad altre arti, viene spesso messa in secondo piano, ma nella scuola contemporanea avrebbe molto valore perché aiuterebbe indubbiamente i bambini e gli adolescenti ad esternare paure, emozioni, mondi nascosti, vissuti difficili, esperienze che, alla luce del linguaggio poetico, potrebbero essere rimodulate ed abbracciare un mondo migliore.
La poesia serve per sensibilizzare le persone, a trasmettere emozioni, sentimenti, valori e insegnamenti anche semplici, ma che sono fondamentali nella vita di ognuno di noi.
Essere un poeta è sapere osservare il mondo che ci circonda, le persone, i loro sogni, le loro paure e le loro gioie. E’ esprimere se stessi in modo geniale, ma allo stesso tempo trasformare le parole in un respiro, che viene dal profondo. Spesso i ragazzi dicono di non essere in grado di scrivere una poesia, ma anche nei testi delle canzoni ritroviamo il linguaggio poetico, che giunge al cuore di tutti. La scuola dovrebbe ampliare la possibilità di scrivere poesie, raggiungendo così in modo trasversale l’animo di ognuno per rasserenarlo.
Non abbiate paura della sindrome del foglio bianco, scegliete una parola quella che vi suggerisce in quel momento il cuore e attorno alla parola stessa aggiungetene altre che la posano abbracciare. Vogliamo partire da un’esperienza concreta, per esempio il mare. Cosa mi viene in mente pensando al mare? L’azzurro infinito, le onde, i pesci, la sabbia, la vacanza, l’allegria, la sensazione di libertà. Proviamo ad accarezzare queste parole, cercando di accostare l’una all’altra con un criterio.
Si può scrivere una poesia a schema libero, l’importante è non trascurare ciò che proviene dalle corde più profonde dell’io, da quella sensazione magica che spesso ci permette di sublimare la realtà.