Testamento di Silvio Berlusconi, ecco chi sono i grandi esclusi

Nessun lascito all’amico di sempre Fedele Confalonieri, ad Adriano Galliani e ad altre persone vicinissime al Cavaliere

La lettera testamento di Silvio Berlusconi

La lettera testamento di Silvio Berlusconi

I figli, l’ultima compagna, il fratello Paolo e Marcello Dell’Utri. Gli altri, esclusi. Nell’universo di Silvio Berlusconi, così come emerge dal testamento e dai suoi legati, pubblicati mercoledì mattina, sembra non ci sia spazio per nessun altro a parte la famiglia intima e chi, fra i suoi tanti collaboratori e amici, gli è evidentemente più caro. Eppure l’universo dell’ex premier, in sessant’anni di lavoro e trenta di politica, è apparso senza dubbio molto più ampio di quanto è ricompreso nelle pagine vergate a mano dal 2006 al 2023, in cui si sono raccolti lasciti e volontà del fondatore del Biscione.

I 230 milioni di euro che si dividono il fratello, Marta Fascina e Marcello Dell’Utri, cifra importante, non comprendono persone che della storia e del mito di Berlusconi sono parte integrante. Specie se si considera la generosità del Cavaliere, decantata da chiunque lo conoscesse. L’uomo che regalava a ogni deputata azzurra un gioiello ogni Natale, quello che – con silenzio e piena discrezione – sollevava le sorti di amici imprenditori in crisi, acquistando proprietà invendute a prezzi non proprio di favore, quello che non amava i licenziamenti, che chiedeva molto a collaboratori e dipendenti, ma poi li ricompensava in denaro e stima, non ha ricordato nel testamento persone importanti.

I grandi esclusi dal testamento

Non ci sono tracce, almeno nei documenti pubblicati, di Fedele Confalonieri, amico letteralmente da una vita (conobbe Silvio a 12 anni), compagno dai salesiani, presidente di Mediaset, al suo fianco da sempre. Anche fra le tempeste giudiziarie. Nessuna traccia visibile anche di Adriano Galliani, che negli anni Settanta si affianca a Berlusconi nella sua avventura televisiva, seguendo l’aspetto delle reti di trasmissione, e poi con il Cavaliere dal 1986 diventa l’uomo forte del Milan, come lo è oggi del Monza. Molti negli anni dall’ex presidente del Consiglio hanno avuto tanto. Protezione, denaro, sostegno. In cambio di aiuto, discreto e fedele, come quello che Gianni Letta, braccio destro politico del fondatore di Mediaset, che da giornalista lo trasformò in uomo di fiducia, prima nei Cda del gruppo, anche quello della Standa, poi in sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, uomo forte, silenzioso richiamo ai doveri istituzionali. Anche lui, in apparenza, non sembra essere stato ricordato.

Dimenticanza o altro?

Discussa come quella di Dell’Utri, ma altrettanto legata alla figura di Berlusconi, l’immagine di un altro amico storico del patron di Fininvest appena scomparso: Cesare Previti, l’avvocato romano che curava gli interessi romani del gruppo, fatto ministro della Difesa (Berlusconi lo voleva alla Giustizia) nel 1994, ha pagato con una condanna la vicinanza a Silvio nella guerra di Segrate, combattuta con Carlo De Benedetti per il controllo della Mondadori. Radiato dall’ordine degli avvocati, si è visto revocare anche il vitalizio. Ma anche di lui, nei tre documenti consegnati al notaio Roveda, non appare traccia. Per Niccolò Ghedini, invece, avvocato in migliaia di udienze, la morte prematura nel 2022 rende impossibile una ricerca nel testamento di Berlusconi.

Le ex mogli e l’attuale compagna

Più comprensibile, invece, l’assenza da un documento notarile forse meno complesso e articolato di quanto ci si potesse aspettare, l’esclusione delle ex mogli. I rapporti patrimoniali con Veronica Lario e con Carla Elvira Dall’Oglio sono regolati dagli accordi intervenuti, nel primo caso dopo una lunga battaglia legale, nel secondo da un patto che risale alla metà degli anni Ottanta, quando l’ex signora Berlusconi sposata vent’anni prima fu lasciata dal marito per la seconda consorte, sposata alla fine nel 1990 e madre degli ultimi tre figli. Regolati in via definitiva anche i rapporti con Francesca Pascale, la penultima compagna, cui per mesi è stata riservata una villa a Casatenovo, appositamente acquistata, e poi venduta poco prima della scomparsa del patron di Mediaset. Per Marta Fascina, ultima fidanzata, la “non moglie” unita a Silvio con una festa a villa Gernetto, l’assegno da 100 milioni, come noto, e la possibilità, assicurata per legge ai superstiti delle coppie di fatto, di mantenere (almeno per ora) la residenza nella dimora di Arcore.

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