
Fabio Galesi mostra la testa ritrovata (Newpress)
Milano, 8 giugno 2017 - Pareva uno scatolone come tanti, quello consegnato da un misterioso signore di circa 80 anni il giorno della festa a Villa Scheibler, gioiello di Quarto Oggiaro, domenica 28 maggio. «Pensavo contenesse stoffe o giocattoli», spiega Fabio Galesi, presidente del Consiglio di Municipio 8, a cui quell’uomo si è rivolto lasciando il pacco e dicendo che conteneva «materiale per la villa». Grande è stata la sorpresa quando, dopo qualche ora, ha aperto lo scatolone: avvolti in un telo di plastica bianco, in un sacchetto, sono spuntati una testa di marmo e un altro blocco, pesantissimi.
«All'inizio credevo fosse un messaggio intimidatorio (Galesi, da sempre attivo contro la criminalità, è stato minacciato di morte in passato, ndr), poi però, guardando bene quella testa, ho capito che poteva essere il pezzo mancante di una statua decapitata decenni fa, custodita nella ex chiesetta della villa». È proprio così. La testa si incastra sul moncone. Così come l’altro blocco, che sistemato qualche centimetro più in basso, assume l’aspetto di una maestosa ala. «Un tesoro restituito a distanza di 60 anni», ipotizza Galesi. Oltre mezzo secolo fa la villa fu saccheggiata: spariti quadri, fregi e oggetti preziosi, tra cui parti di statue. Oggi appare decapitata non solo la scultura di cui sono stati restituiti i due pezzi, ma pure la “sorella” a fianco. Staccate, e mai ritrovate anche le braccia. A giudicare dall’ala, l’impressione è che le sculture rappresentino angeli. Secondo chi si occupa delle visite guidate in villa, quelle opere d’arte potrebbero risalire alla fine del ’700. E si possono ancora ammirare nella chiesetta sconscacrata, che era dedicata ai Santi Vitale e Agricola, oggi usata per celebrare matrimoni laici, ospitare mostre, teatro e concerti. Hanno il posto d’onore, una a destra e l’altra a sinistra, nel punto in cui un tempo si trovava l’altare. Sulla parete è rimasta una cornice incastonata nel muro che con accoglieva un dipinto (sparito).
Ma chi è l’uomo che ha riportato la testa e l’ala? Perché le he restituite? Le ha trovate o le ha conservate per decenni, riportandole indietro spinto dal rimorso? Domande senza risposta. La villa, edificata nella seconda metà del ’400 e ampliata nel ’700, è passata in carico al Comune nel 1927 e ha vissuto un lungo periodo di abbandono prima di essere riqualificata un decennio fa, diventando la sede della Casa delle associazioni e fulcro del quartiere. Ma nel periodo di abbandono è stata alla mercè di ladri e vandali. Facile entrare e portarsi via quanto era custodito. «Nel Dopoguerra c’erano contadini e altre persone che abitavano lì», raccontano i più anziani, felici che una parte dei tesori sia tornata alla base. Adesso l’auspicio è che testa e ala possano essere riattaccate, ma anche che un pezzo dopo l’altro tornino tutti i tesori rubati. «Un grande recupero, la villa rappresenta la memoria del quartiere. Ora sarebbe interessante anche scoprire la storia di quelle statue», commenta Aaron Paradiso, presidente di “Vill@perta” che riunisce le associazioni di volontariato della zona. Intanto Galesi ha comunicato la situazione all’assessorato alla Cultura e al commissariato di polizia di Quarto Oggiaro.