SIMONA BALLATORE
Cronaca

Maturità a Milano tra Seneca, cinghie e motori: “La prova più temuta è la più vera”

Gli studenti promuovono la parte d’indirizzo. I presidi: “Meno liceo-centrica, valorizza meglio tutti”. Dal test di elettronica dei gemelli e compagni di classe

I ragazzi alle prese con la traduzione al liceo classico Tito Livio di via Circo. Si erano allenati con Tacito durante la simulazione della seconda prova

Prova inizialmente più temuta, prova che, alla fine, riesce a mettere i ragazzi più a loro agio perché d’indirizzo. Tra i primissimi a uscire dal professionale Bertarelli-Ferraris di Porta Romana ci sono due gemelli: Gabriel e Michael Pinto. Stesso indirizzo - meccanica elettronica - stessa classe (alle medie erano in due sezioni differenti), consegnano la prova uno dopo l’altro.

"Abbiamo dovuto occuparci di una manutenzione ordinaria su cinghia e motore", dice Gabriel. Sulla carta, ovviamente, ma spiegando bene ogni passaggio. Nella parte di elettronica è capitato invece lo schema Ladder. "Fattibilissimo. La simulazione era molto più difficile", continua. Dello stesso parere il fratello Michael. "Abbiamo studiato insieme agli altri compagni, siamo soddisfatti", racconta. La passione è stata trasmessa a entrambi dal papà elettricista: "Ci portava spesso al lavoro con lui". Chiuso il portone di scuola si apre per loro quello del lavoro, che li cerca. Con loro c’è l’amico Enrico Grigioni. "La simulazione a maggio era decisamente più difficile, credo sia andata bene. Ora ripassiamo per l’orale".

Tra i presidenti della commissione c’è Maria Rizzuto, preside del tecnico Cattaneo: "Le tre tracce sono state elaborate secondo le indicazioni del Ministero e sorteggiate - spiega -. Hanno cominciato tutti a lavorare, sicuri e padroni della materia, utilizzando tutte le ore disponibili e pure cinque fogli protocollo... Sono proprio curiosa di correggerli. Sicuramente è la prova che li valorizza di più". E dovrebbe valere anche di più? "Credo di sì - risponde la dirigente - o bisognerebbe differenziare in qualche modo la prima prova". Si sono destreggiati tra bilanci e marketing Ahmad Shoman, Ali Bendoul e Kennard Abrenica. Il primo, di origini siriane è in Italia da sei anni: "Credo sia andata proprio bene", commenta Ahmad che studierà Economia e management. Mentre Ali, di origini marocchine, nato e cresciuto a Milano, virerà verso il Politecnico: Ingegneria gestionale. "E spero anche in un buon voto al diploma". Kennard, arrivato dalle Filippine nove anni fa, punta al lavoro, anche se non esclude di continuare a studiare.

Volti distesi all’uscita dal classico Tito Livio. "Alla simulazione ci eravamo allenati con Tacito, molto meglio Seneca - commenta Rocco De Luca -. E mi aspettavo anche un testo molto più lungo. Nella prima prova le tracce per me erano invece meno entusiasmanti tranne una: l’intervista di Oriana Fallaci". Hanno creato un sondaggio per capire quali fossero state le tracce più gettonate al classico di via Circo: nessuno ha scelto di rispolverare pro e contro della “maturità light“.

Si volta pagina, ci si affaccia al futuro. "Io spero di entrare in un’accademia di recitazione, ho fatto potenziamento teatrale a scuola e un corso extra. A 15 anni la passione che già avevo si è fatta più seria. Vorrei fare l’attore, di cinema o di teatro. Sto lavorando per quello".

Niente compiti di realtà allo scientifico quest’anno: "E forse è stato meglio così - commenta Lorella Carimali, docente al Vittorio Veneto -. La prova era fattibile, forse qualche problema poteva essere spiegato meglio, ma c’erano i concetti fondamentali, lo studio di funzione e non erano esercizi troppo meccanici: devi sapere ragionare". Un compito equilibrato, insomma: "È tornato il vecchio caro esame di Stato. Ma non è troppo vecchio? Si potrebbe innovare, inserendo veri lavori di ricerca".