GIAMBATTISTA ANASTASIO e MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Teatro Lirico, Sala annuncia battaglia: "Ricorso al Consiglio di Stato"

Un esito capovolto dal Tar dopo il ricorso della società seconda classificata nella gara, la Show Bees di Gianmario Longoni

I lavori al Teatro Lirico dovrebbero essere conclusi entro il 10 settembre 2017

Milano, 3 dicembre 2017 - «La sentenza del Tar sulla gestione del Teatro Lirico? Faremo ricorso al Consiglio di Stato». Il sindaco Giuseppe Sala annuncia che il Comune è pronto a dare battaglia nel contenzioso relativo al bando di gestione del teatro di via Larga chiuso dal 1999. Il primo cittadino, a margine di un’iniziativa del candidato governatore del centrosinistra Giorgio Gori, fa capire che l’amministrazione municipale cercherà di far confermare ai giudici amministrativi di secondo livello l’esito della gara che si è conclusa lo scorso gennaio: gestione del Lirico alla Stage Entertainment di Matteo Forte.

Un esito capovolto dal Tar dopo il ricorso della società seconda classificata nella gara, la Show Bees di Gianmario Longoni. Sì, perché il Tar ritiene che «l’oggetto principale della concessione mista connessa all’uso del Teatro Lirico sia rinvenibile in una concessione di servizio pubblico». Concessione di «servizio pubblico», non di «bene pubblico» come sostenuto dal Comune. La conclusione dei giudici amministrativi di primo grado è la seguente: la concessione del servizio pubblico legato alla gestione del Lirico deve essere approvata dal Consiglio comunale, non solo dalla Giunta comunale come avvenuto per l’iter del bando ora contestato. Non solo. Il Tar parla anche di «una criticità del piano di fattibilità economico-finanziaria» presentato da Stage Entertainment, «un piano cui era espressamente condizionata l’attribuzione del punteggio per l’offerta economica, che andrebbe riesaminata dalla commissione giudicatrice». In sintesi: tutto da rifare.

Le tesi del Tar non convincono l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno: «Non voglio dare una valutazione giuridica, ma commentare il dato di politica culturale che emerge da questa vicenda. Applicando questa sentenza in maniera pedissequa diventerebbe impossibile l’esercizio di un’attività teatrale autonoma in città. Se questa decisione del Tar fosse stata applicata nel 1947, Milano non avrebbe avuto il Piccolo Teatro di Giorgio Strehler». L’assessore contesta la valutazione di fondo del Tar, sopra illustrata, su «bene pubblico» e «servizio pubblico»: «Siamo sicuri che l’iter indicato dal Comune per questo bando sia giuridicamente legittimo». Resta il nodo dei tempi. I lavori di restauro del Lirico dovrebbero concludersi ad aprile, l’obiettivo di Comune e Stage Entertainment era di aprire il teatro nel settembre 2018. Una scadenza che pare un’utopia, a questo punto. Del Corno allarga le braccia e poi critica la decisione di Longoni di presentare ricorso al Tar: «Non vorrei personalizzare la vicenda, ma gli operatori culturali dovrebbero fare un esercizio di responsabilità e pensare all’interesse pubblico, non solo ai loro interessi privati, certamente legittimi, ma che spesso rappresentano un freno per lo sviluppo culturale della città».

Sul caso Lirico, intanto, interviene anche l’opposizione in Comune. Fabrizio De Pasquale (FI) afferma: «Siamo disponibili ad andare subito in Consiglio comunale per deliberare un nuovo bando e non perdere ulteriore tempo. Gli amministratori di sinistra sono solo dei pasticcioni, avevano annunciato che il Lirico sarebbe stato inaugurato nel 2016».