NICOLA PALMA
Cronaca

Corsa da incubo sul taxi da Malpensa: insulti e urla a 160 all’ora. Licenza sospesa

La segnalazione di un passeggero, trasportato con la moglie e il figlio piccolo, contro un conducente. I giudici: ha violato le norme di comportamento

Taxi in piazza Cordusio a Milano

Taxi in piazza Cordusio a Milano

Milano – Facile definirla la corsa più pazza del mondo. 21 luglio 2022, giusto un anno fa. Un tassista fa salire a bordo padre, madre e figlio appena atterrati a Malpensa. Stando a quanto riferirà in seguito l’uomo della coppia, il conducente comincia a insultare, anche "con parolacce", "Draghi e il Governo", nonostante la presenza di un bambino.

Sono i giorni delle proteste contro il ddl Concorrenza, che prevede un incremento delle licenze; e il padroncino ne approfitta per sfogarsi contro l’esecutivo che promette di liberalizzare il settore. E ancora: il tassista, sempre secondo il resoconto dei clienti, non consente alla donna "di aprire il finestrino per prendere un po’ d’aria" e percorre l’autostrada "a 160 chilometri all’ora".

Finita? No, perché "arrivati a Milano, la mia compagna ha aperto il finestrino posteriore e il tassista ha iniziato a inveire", per poi comunicare alla famiglia "che aveva il Pos scarico e che ci poteva accompagnare a un bancomat per prelevare".

Qualche giorno dopo, i passeggeri presentano un reclamo contro il tassista, che ad agosto riceve una comunicazione di avvio del procedimento disciplinare da parte della Direzione Mobilità di Palazzo Marino: gli viene contestata la violazione degli articoli 40 e 44 del "Regolamento del bacino di traffico del sistema aeroportuale lombardo del servizio taxi", che elencano obblighi e divieti per i conducenti.

Il 6 ottobre 2022, si riunisce la commissione disciplinare regionale, che sospende la licenza del tassista per 7 giorni. Il 18 ottobre, il Comune di Milano eroga il provvedimento, subito impugnato: il conducente sostiene che l’articolo 50 del Regolamento prevede che sia il Comune che ha rilasciato la licenza (nel suo caso una cittadina del primo hinterland est) a inoltrare la sanzione.

In effetti, una settimana dopo, arriva pure la comunicazione del "suo" Comune, che nell’atto fa riferimento alla determina dell’amministrazione meneghina. Una doppia notifica che finisce sul tavolo dei giudici del Tar, che ieri hanno dato il loro responso: quella di Milano è stata dichiarata illegittima per "difetto di competenza"; l’altra ha passato il vaglio del collegio presieduto da Marco Bignami. Conclusione: lo stop di 7 giorni resta.

Detto questo, i giudici sono entrati nel merito della punizione affibbiata. Per farlo hanno analizzato il Regolamento che disciplina il comportamento dei conducenti, in particolare gli articoli 40 e 44. Il primo spiega che i tassisti hanno l’obbligo di: mantenere pulito e in perfetto stato di efficienza il veicolo; tenere nel veicolo licenza e documenti di circolazione; avere un abbigliamento decoroso; tenere in ogni circostanza un comportamento corretto nei confronti degli utenti; essere provvisti di uno stradario aggiornato o di un navigatore.

Il secondo informa che ai conducenti è vietato: accettare prenotazioni; ammettere sull’auto persone estranee a quelle che hanno richiesto il servizio, se non con il consenso di queste ultime; tenere sull’auto persone, animali o cose che non abbiano attinenza col servizio; interrompere la corsa "se non a richiesta dei passeggeri o in casi di accertata forza maggiore o pericolo"; consumare cibo durante la corsa. Fatte queste premesse, per il Tar la sanzione applicata al tassista "non risulta manifestamente irragionevole, illogica, di palese incongruità o abnormità tale da giustificarne l’annullamento".