
Trend in crescita. Sempre più donne alla guida dei taxi (Istockphoto)
Milano, 10 ottobre 2017 - Sempre più donne scelgono di diventare taxi driver a Milano. La conferma arriva dai dati diffusi da uno degli operatori del capoluogo lombardo, Taxiblu 02.4040. «Il nostro Radiotaxi - ha spiegato il presidente Emilio Boccalini - conta ben 1800 operatori e in questi anni stanno notevolmente aumentando le operatrici di sesso femminile. Ad oggi nella sola Milano si contano 250 tassiste, senza contare le 40 addette che lavorano presso la sede del Radiotaxi e le impiegate di appTaxi».
Chi sono le donne al volante? «Giovani sotto i 30 anni ma anche soggetti intorno ai 50 anni, espulse dal mercato del lavoro, a cui il nostro settore ha dato una seconda chance». I cittadini di ambo i sessi paiono gradire il fenomeno dei taxi “rosa”. Per Alberto Beloni non dovrebbe più fare notizia la loro presenza. «Siamo nel 2017», dice. Il trend è generale: «Anche sui bus è in aumento il numero delle autiste». Solange Zanellato, 20 anni, dichiara che su un taxi guidato da una donna si sente «ancora più tranquilla al ritorno. E poi le tassiste guidano e parcheggiano benissimo: “donna al volante, pericolo costante” è una castroneria». Enrico Agostini sentenzia: «La parità è giusta perché viviamo tutti sotto lo stesso cielo». E come accolgono le tassiste in gonnella i colleghi maschi? La maggior parte benissimo, almeno a taccuino aperto. Ivan Mantovani, tassista con base a Porta Genova, dice: «L’ingresso delle donne nella categoria è un plus. Le nostre colleghe sono in gamba, professionali e serie». Il più entusiasta è un conducente di auto bianca di Porta Ludovica, Davide Castretta, che si definisce “femminista”. «Per forza, con una moglie e due figlie a casa… A parte gli scherzi ho grande stima per l’altra metà del cielo. Di fronte alle difficoltà spesso dimostrano più carattere di noi maschi», sottolinea.
Maurizio Nubiano, tassista in zona Duomo, spiega che tra gli atout delle tassiste c’è anche la gentilezza: «Hanno un approccio cortese nei confronti dei clienti, molto più di certi miei colleghi. D’altra parte anche i clienti hanno nei loro confronti un atteggiamento più rispettoso. E pazienza se non sanno caricare valige pesanti». Il collega Luca Sala invece scuote la testa: «Sono sincero, per me il taxi non dovrebbe essere condotto da donne. E non certo perché non siano abili al volante, quella è una sciocchezza. Ma perché è diventato un lavoro pericoloso. Le nostre colleghe non rischiano solo rapine ma molestie e aggressioni a sfondo sessuale. Purtroppo è già successo qualche anno fa ad una tassista di mia conoscenza che caricò un cliente “esibizionista” a Linate. Lei da allora ha deciso di mollare l’auto e di lavorare in ufficio. Ha preso, secondo me, la decisione più giusta». Quali misure per difendere la categoria? «Il modello dovrebbe essere quello dei black cab londinesi – prosegue il tassista – dove c’è un vetro spesso e antisfondamento che divide conducente e passeggero. Fare il tassista, ahimè, non è più sicuro per nessuno, neppure per noi uomini», conclude.