
Il taser può essere utilizzato da una distanza di 7,6 metri (NewPress)
Milano, 6 settembre 2018 - La pistola elettrica spunta sul lato sinistro del cinturone, proprio di fianco alle manette. È di colore giallo, per evitare che venga confusa con l’arma d’ordinanza, e verrà utilizzata solo in presenza di persone in stato di alterazione psicofisica armate di coltello, machete o altri oggetti contundenti. È partita in 12 città italiane la sperimentazione del taser, il nuovo strumento messo a disposizione di carabinieri, poliziotti e finanzieri su input del Ministero dell’Interno «per dare un ulteriore strumento di graduazione della forza», per dirla con le parole del comandante provinciale dell’Arma Luca De Marchis.
A Milano tocca ai militari del Nucleo Radiomobile: dalla mezzanotte di ieri, due capipattuglia per turno (sono quattro per coprire l’intera giornata) hanno in dotazione l’arma elettrica modello X2, dotata di una gittata superiore ai 7 metri. Il test, della durata di tre mesi, è stato preceduto da un corso di tre giorni, tenuto la scorsa settimana alla caserma Montebello di via Monti: 30 carabinieri del pronto intervento hanno seguito le lezioni degli istruttori del Centro di perfezionamento al tiro, che si sono concentrate anche sugli aspetti legali e sanitari connessi all’eventuale utilizzo della pistola a impulsi elettrici. Ecco come e quando verrà adoperata. Il caso di scuola: un individuo che minaccia i passanti con un coltello in pugno. La pattuglia in servizio arriva sul posto e intima all’uomo di buttare l’arma. L’aggressore si rifiuta, anche dopo numerosi tentativi. A quel punto, i militari devono intervenire per disarmarlo con la forza. Lo spray al peperoncino potrebbe non funzionare, l’arma da fuoco sarebbe una risposta sovradimensionata alla minaccia. Ed è in questo momento che interviene il taser: il carabiniere o il poliziotto lo mostra a chi gli sta davanti, facendogli chiaramente intendere che sta per usarlo. Poi c’è il secondo alert: l’operatore lo impugna e produce una scintilla, preannunciando una volta di più che lo userà in caso di ulteriore resistenza.
Il terzo step è lo sparo, dopo essersi accertati che ci siano le condizioni ambientali opportune: cioè che il soggetto nel mirino non sia vicino a fonti che potrebbero scatenare incendi o esplosioni e che non sia in precario equilibrio su una superficie potenzialmente pericolosa in caso di caduta provocata dalla scossa. Il militare punta l’arma sul bersaglio e spara due dardi da una distanza massima di 7,6 metri, stando attento a non colpire (con l’ausilio dei puntatori laser) punti particolarmente sensibili del corpo come testa, parte alta del torace e genitali. La scarica agisce sul sistema neuromuscolare dell’aggressore, procurandogli convulsioni involontarie e facilitando così il compito alle forze dell’ordine. Detto questo, tra tre mesi si tireranno le somme della sperimentazione e si deciderà se rendere definitiva l’introduzione del taser. Intanto, ieri l’assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato ha ribadito al Viminale la richiesta di dotare di pistola elettrica pure gli agenti della polizia locale.