REDAZIONE MILANO

Tanti giovani, poche opportunità. Un neonato su 2 ha genitori stranieri

Record nel Municipio 4. Cresce il divario con le zone anche periferiche in fase di gentrificazione. Forbice più larga dalle scuole superiori: solo il 28% nei licei. L’immigrazione frena l’invecchiamento.

Tanti giovani, poche opportunità. Un neonato su 2 ha genitori stranieri

Una strada del Corvetto: sul muro la scritta “Ramy vive“

di Andrea Gianni

MILANO

Oltre la metà dei neonati al Corvetto, il 50,8%, ha genitori (o almeno uno dei due) stranieri. Una percentuale maggiore, tra i quartieri di Milano, solo a Villapizzone, dove si arriva al 58,1%, a Baggio (51,3%). Andando verso il centro, a poca distanza in termini chilometrici, la situazione cambia. In zona Paolo Sarpi, la Chinatown milanese dove i prezzi degli immobili alle stelle hanno spinto altrove i cinesi sostituiti da giovani professionisti e famiglie italiane benestanti, solo un neonato su quattro ha genitori stranieri.

Si scende al 22,7% in zona Magenta, secondo gli ultimi dati del Comune, al 16,4% in Tortona e altrettanto in zona Ticinese. Tornando in periferia, si supera il 40% di neonati con genitori stranieri in quartieri come Gratosoglio, Stadera, Mecenate Quarto Oggiaro, Bruzzano, Affori, viale Monza e Bovisa. Quartieri dove l’immigrazione frena, almeno in parte, il progressivo calo demografico e l’invecchiamento della popolazione. Guardando al Municipio 4, quello del Corvetto, l’età media della popolazione è di 46 anni, i giovani tra i 15 e i 34 anni sono il 21%, gli stranieri il 27%. La popolazione è eterogenea: egiziani al primo posto (5.695 nel 2023), seguiti da filippini (4.588), peruviani e romeni.

Trend demografici che si riflettono anche nella scuola, e nei divari che si creano fra quartieri separati solo da poche fermate di metropolitana ma dove le distanze sociali e di reddito sono abissali. Secondo il Dossier statistico immigrazione 2024, realizzato da Idos e presentato da Cgil, Cisl e Uil, la Città metropolitana di Milano registra 82.396 alunni non italiani, al primo posto fra le province lombarde. Seguono Brescia (33.362 alunni), Bergamo (27.110), Monza-Brianza (16.224), Varese (15.835), Pavia (12.760), Mantova (11.282), Cremona (9.933), Como (8.918), Lodi (6.412), Lecco (5.538) e Sondrio (2.049). Gli studenti non italiani presenti in Lombardia rappresentano il 25,3% del totale nazionale e il 17,1% della popolazione scolastica lombarda. Di questi, il 68,2% è nato in Italia (158.069). Gli inserimenti scolastici di studenti stranieri avvenuti nel corso dell’anno sono stati 7.520. Rispetto all’anno scolastico 2021/2022, gli alunni non italiani nel 2023 sono aumentati di 9.455 unità mentre quelli italiani sono diminuiti di 21.280. Un numero di giovani stranieri che sale, quindi, nonostante la tendenza a fare meno figli rispetto al passato anche fra coppie provenienti dall’estero. E il divario si fa più spiccato alle medie, quando la scelta dei percorsi di studi crea una prima forbice. In Lombardia, secondo i dati del dossier, tra tutti gli alunni stranieri iscritti nella secondaria di secondo grado (52.008), solo il 28,4% ha frequentato il liceo. La maggioranza, il 42,4%, ha frequentato un istituto tecnico. E il 29,2% un istituto professionale.

Percentuali che si ripercuotono, poi, sulle iscrizioni alle università, e si proiettano nel mondo del lavoro. "La denatalità coinvolge anche le famiglie di cittadinanza straniera – si legge nella ricerca – le cui nascite hanno subito una contrazione dell’11,1% in soli 2 anni. Sembra che anche i nuovi italiani, così come i residenti stranieri di lungo periodo, sia per cause socio-economiche, sia per un adeguamento alle strategie familiari degli italiani che riducono sempre più la finestra delle età di fecondità, difficilmente riusciranno a invertire la tendenza negativa delle nascite in Lombardia".