REDAZIONE MILANO

Tagli a Condé Nast, undici grafici in esubero

Le decisioni arrivano dagli Stati Uniti, e si riflettono in 11 esuberi a Milano tra i grafici di Condé Nast...

Le decisioni arrivano dagli Stati Uniti, e si riflettono in 11 esuberi a Milano tra i grafici di Condé Nast...

Le decisioni arrivano dagli Stati Uniti, e si riflettono in 11 esuberi a Milano tra i grafici di Condé Nast...

Le decisioni arrivano dagli Stati Uniti, e si riflettono in 11 esuberi a Milano tra i grafici di Condé Nast Italia, casa editrice internazionale fondata nel 1909 che pubblica storiche riviste come ’Vanity Fair’ e ’Vogue’. Le rappresentanze sindacali e la Fistel Cisl hanno proclamato quindi lo stato di agitazione, contro i "tagli indiscriminati al personale senza presentare alcun piano industriale né una strategia concreta per il futuro". Ai lavoratori milanesi coinvolti dagli esuberi, secondo i sindacati, sono state offerte "condizioni economiche di uscita inaccettabili". È stato deciso quindi il blocco degli straordinari e l’avvio di un percorso di mobilitazione, con la solidarietà dei giornalisti del gruppo, finalizzato all’apertura di un tavolo.

Il piano statunitense prevede il trasferimento di alcune attività amministrative in India e la riduzione della periodicità di alcune testate, con l’obiettivo di ottenere una serie di risparmi che in Italia si traducono in 11 esuberi. Condé Nast, di recente, ha lasciato la storica sede milanese in Cadorna per trasferirsi in via Antonio Bordoni 7, non lontano dalla stazione Centrale. "La gestione aziendale attuale sta generando incertezza, frustrazione e un progressivo svuotamento del valore editoriale costruito negli anni da tante lavoratrici e lavoratori", spiegano Marco Mariotti e Alessandro Furiosi, della segreteria Fistel Cisl Milano. "Decisioni così gravi non possono essere assunte in maniera unilaterale, senza un confronto serio e senza tenere conto del contesto sociale e produttivo italiano – proseguono –. Riteniamo non più procrastinabile l’apertura di un tavolo di confronto vero, che metta al centro la dignità del lavoro, la salvaguardia dell’occupazione e una visione sostenibile del futuro editoriale del Paese".

Andrea Gianni