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Tabelloni elettorali, sciolto il rebus

In molti Comuni, nonostante le elezioni politiche si siano svolte ormai da più di un mese, sono ancora esposti i tabelloni elettorali. Una lunga sequela di pannelli in laminato collocati in vari punti della città. E per l’ultima consultazione elettorale le dimensioni erano maggiori rispetto, ad esempio, alle competizioni amministrative essendo maggiore il numero dei partiti in competizione. Molti si sono chiesti perché ancora non sono stati rimossi. La risposta, almeno per quanto riguarda il suo Comune, l’ha data il sindaco Marco Ballarini. "Visto che tra poco si dovrà tornare alle urne per il rinnovo del Consiglio regionale ho ritenuto opportuno non smontare i tabelloni per poi doverli rimontare tra qualche mese - dice Ballarini -. Mettere e togliere i tabelloni elettorali ha un costo che va ad incidere sul bilancio del Comune. Se c’è modo di risparmiare non vedo perché non dovrei farlo". Ballarini però è anche critico sulla funzione di questi tabelloni. Se sino a qualche decennio addietro avevano un senso, soprattutto quando non c’erano le liste bloccate e i candidati avevano la necessità di far conoscere il loro volto e qualche slogan. Oggi però questa funzione non la svolgono più, essendo subentrate altre forme di propaganda, ad iniziare dai social. Si è visto come in quest’ultima tornata elettorale per le Politiche pochi sono stati i candidati e i partiti che, soprattutto nei piccoli Comuni, hanno mandato dei supporter a tapezzare, con slogan e simboli di partito, i tabelloni. Molti sono stati gli spazi rimasti vuoti. "Questa forma di propaganda è ormai stantia e ammuffita - osserva Ballarini -. E’ un modo vecchio di fare propaganda che neppure più interessa ai cittadini. Credo che il nuovo Parlamento debba affrontare questo problema, modificando la legge che prevede questa forma di pubblicità elettorale. Una legge che risale al giurassico e che produce per i Comuni solo inutili spese". Giovanni Chiodini