REDAZIONE MILANO

Braccialetti elettronici: insufficienti 1.200 al mese

Ci sono detenuti che dovrebbero andare ai domiciliari ma restano in cella perché mancano i braccialetti elettronici. Misure, come divieti...

Il dj Basciano con Sophie Codegoni

Il dj Basciano con Sophie Codegoni

Ci sono detenuti che dovrebbero andare ai domiciliari ma restano in cella perché mancano i braccialetti elettronici. Misure, come divieti di avvicinamento legati a casi di stalking o maltrattamenti in famiglia, che rischiano di rimanere solo sulla carta proprio per l’assenza dei dispositivi per controllarne il rispetto. È il caso, quest’ultimo, di Alessandro Basciano, dj sottoposto al divieto di avvicinare la ex Sophie Codegoni (misura divenuta definitiva lo scorso 30 aprile) ma ancora senza braccialetto elettronico. Il contratto firmato dal ministero della Giustizia con Fastweb prevede la fornitura di 1.200 braccialetti al mese, ma non sono sufficienti per soddisfare le esigenze del territorio milanese anche per l’aumento dei casi classificati come “codice rosso“. Una situazione emersa lo scorso aprile, sollevata anche dagli avvocati penalisti milanesi, che non sarebbe mutata.

"Al momento non abbiamo nessuna novità – spiega l’avvocato Federico Papa, presidente della Camera penale di Milano –. La situazione sembra la stessa, i problemi sono legati alla fornitura". La carenza di dispositivi non riguarda solo i detenuti in attesa dei domiciliari. Preoccupa anche la possibile riduzione delle misure di protezione nei confronti delle vittime di violenza. In diversi casi di “codice rosso”, infatti, il divieto di avvicinamento non può essere rafforzato con il monitoraggio elettronico, lasciando potenzialmente a piede libero soggetti pericolosi.

A.G.