REDAZIONE MILANO

Dianova. Cure e speranza da 35 anni

Da 35 anni accoglie e accompagna persone dipendenti da sostanze stupefacenti in percorsi terapeutici personalizzati: è la comunità Dianova di...

Da 35 anni accoglie e accompagna persone dipendenti da sostanze stupefacenti in percorsi terapeutici personalizzati: è la comunità Dianova di...

Da 35 anni accoglie e accompagna persone dipendenti da sostanze stupefacenti in percorsi terapeutici personalizzati: è la comunità Dianova di...

Da 35 anni accoglie e accompagna persone dipendenti da sostanze stupefacenti in percorsi terapeutici personalizzati: è la comunità Dianova di Garbagnate che ha festeggiato questo importante traguardo con l’evento “Emozioni in festival“. Una festa per raccontare le emozioni che accompagnano ogni percorso di cambiamento, quelle dei ragazzi e delle ragazzi che in questi anni sono stati ospiti dI Dianova, le loro famiglie, operatori, collaboratori, sostenitori, amici e professionisti del settore delle dipendenze. Senza giudizio. Nella certezza che "è fondamentale avere spazi aperti e accessibili, come questo, che possano realizzare progetti concreti e strutturati dedicati a persone con problemi di dipendenza", ha dichiarato Emiliano Gaffuri, direttore socio sanitario dell’Asst Rhodense. Tra i momenti più suggestivi dell’evento, i flash mob, curati dall’arteterapeuta Ilaria Meroni dove le ragazze e i ragazzi della comunità hanno dato vita a brevi performance che raccontano, attraverso corpo e movimento, la paura, la speranza, il coraggio, la gioia; le emozioni caratteristiche che accompagnano il percorso in Comunità.

Attualmente la comunità accoglie circa 38 persone eguite da un equipe multidisciplinare composta da oltre 15 professionisti. Nell’ambito della festa spazio anche alla musica: a disposizione di tutti un palco dove ognuno ha potuto mostrare talento, passione e coraggio, "ogni nota una storia, ogni canzone una tappa del percorso personale di rinascita", spiegano gli educatori. E poi gli stand solidali con oggetti realizzati a mano dalle ragazze della comunità durante il progetto Frida. "Ogni oggetto raccontava un frammento di esperienza, un desiderio, un sogno", concludono.

Roberta Rampini