DIMARIANNA VAZZANA
Cronaca

Svaligia case e addestra ragazzini Ladra seriale finisce in manette

La donna, macedone di 28 anni, era domiciliata nel campo di Monte Bisbino. È ritenuta autrice di 5 colpi. Portava con sé una bimba di 12 anni e un quattordicenne, poi andava dai carabinieri per l’obbligo di firma

di Marianna Vazzana

Razziava gli appartamenti di pomeriggio, portando con sé una bimba di 12 anni (non imputabile) e un ragazzino di 14. La fascia oraria era sempre la stessa, quella che le consentiva di presentarsi puntuale alla stazione dei Carabinieri Musocco per rispettare l’obbligo di firma, misura scattata dopo essere stata colta in flagrante lo scorso maggio sempre per furto in casa. Ora per Natascia J., ventottenne macedone con una collezione di precedenti specifici, domiciliata nel campo nomadi di Monte Bisbino, è stata disposta la custodia cautelare in carcere, eseguita nei giorni scorsi dalla polizia dopo la chiusura delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano. Cinque sono i colpi che le vengono attribuiti dai poliziotti del Commissariato Quarto Oggiaro, diretti dal vice questore Paolo Catenaro, i quali grazie alle denunce dei proprietari derubati e alle analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza sono riusciti a individuare la donna quale unica autrice dei furti, commessi tra aprile e giugno. L’attività d’indagine è partita dopo il primo colpo che risale al 18 aprile: preso di mira un appartamento di via Nansen, a pochi passi da piazzale Accursio. Approfittando dell’uscita dei proprietari dallo stabile, la ventottenne aveva lasciato il quattordicenne sul marciapiedi a fare da palo. Con la bambina era entrata nel condominio e poi nell’alloggio da svaligiare, dopo aver aperto la porta d’ingresso con arnesi da scasso. A tempo di record aveva quindi rubato tutti gli oggetti di valore: gioielli, indumenti, materiale elettronico. Le altre razzie? Il 7 maggio in via Varesina, il 14 maggio in via Masolino da Panicale, il 5 giugno in via Grosotto e l’11 in viale Certosa, sempre nello spicchio nord ovest della città. Sommando il valore di tutti i beni rubati si arriva a 100mila euro. E il business sarebbe andato avanti, se la donna non fosse stata fermata. La strategia era sempre la stessa: dai filmati delle telecamere la si vede entrare con passo lento, guardandosi attorno per essere sicura di essere sola. Accanto a lei, la bambina.

Gli inquirenti hanno constatato quanto i due piccoli, pure loro abitanti del campo nomadi e in base a quanto appreso imparentati con la donna, avessero dimestichezza con il “mestiere“ da svolgere. La ragazzina si spostava autonomamente, sapeva cosa toccare, dove aprire, cosa cercare. Il quattordicenne, immortalato all’esterno o negli atri dei condomini, sollevava subito la testa in cerca della telecamera e poi si sistemava la mascherina anti Covid sul viso, con l’obiettivo di non rendersi identificabile. Il trio non destava sospetti: la ventottenne era sempre ben vestita, con maglietta e minigonna, pettinata con i capelli tirati all’indietro e gli occhiali da sole. Sempre con i due minori al seguito. E vedendola arrivare, i condòmini che uscivano o entravano le cedevano il passo.