ALESSANDRA ZANARDI
Cronaca

Sul ring a 40 anni, l’obesità è ko

Il debutto di Ferraro dopo un anno di dieta ferrea e allenamenti. Prima e unica vittoria per raggiunti limiti d’età

di Alessandra Zanardi

A 40 anni il debutto sul ring e il riscatto attraverso la palestra. Quella di Antonio Ferraro, sangiulianese originario di Caserta, un lavoro come tecnico elettromeccanico, è una storia di perseveranza e volontà. Un metro e 68, fino a un anno fa pesava 100 chili. Poi ha deciso d’invertire la rotta. La svolta è arrivata anche grazie all’incontro col maestro Leo Pasqualetti della Apot 1928, palestra di San Donato specializzata in pugilato. "Ha saputo motivarmi, infondermi la carica giusta – racconta Antonio –. Ha vestito anche i panni dello psicologo e ha creduto in me".

Ferraro ha sempre accarezzato il sogno di salire su un ring "per provare l’ebbrezza di un vero atleta", ma per poter gareggiare doveva raggiungere i 75 chili.

Un traguardo non facile. "Con una dieta rigida e tanto, tanto allenamento, ho perso 27 chili. Ne pesavo 73 quando, il 23 ottobre a Cologno Monzese, ho esordito come pugile nei pesi medi, categoria dilettanti, e ho vinto il mio primo (e ultimo, per sopraggiunti limiti di età, ndr) incontro per ko tecnico contro un avversario molto più giovane di me".

Una vittoria che è stata anche simbolica, un voltare pagina. "La soddisfazione più grande è essere arrivato a disputare l’incontro. Quello che ho provato è una miscela esplosiva, un misto di emozione e rabbia. Solo chi è salito sul ring può capire – racconta –. I ragazzi della palestra mi hanno fatto un tifo spettacolare, anche se il mio più grande fan resta mio figlio, di 5 anni. Quando vado in palestra, lo porto con me: io mi alleno e lui segue il corso di baby boxe. Il pugilato è un’arte nobile, vedere solo due persone che combattono è riduttivo. Questo sport è un’esibizione di stile e carattere, dove il rispetto per l’altro è la prima cosa. Anche se tra i miei coetanei c’è chi mi ha dato del matto, ora mi sento decisamente meglio, con gli altri e con me stesso. Mi stimo di più. Adesso vorrei continuare con la gym boxe, dove ci sono esibizioni, più che veri match".

Il percorso di Antonio non è finito, "so che devo proseguire con la dieta e l’allenamento. Con costanza e serietà. E forse, nel piccolo, la mia storia potrà essere d’esempio a chi vuole a sua volta impegnarsi per migliorare".

Il cammino di Antonio "fa capire che la boxe non ha età, servono solo volontà e la voglia di credere in un sogno", conclude il maestro Pasqualetti.