Liceo Tito Livio di Milano occupato dagli studenti: "Vogliamo una scuola di diritti"

Secondo istituto milanese occupato nel 2023 dopo il Severi-Correnti: “La scuola italiana non offre un’istruzione psicologica, emotiva, sociale e sessuale”

Il picchetto degli studenti davanti al liceo Tito Livio di Milano

Il picchetto degli studenti davanti al liceo Tito Livio di Milano

Picchetto e occupazione in vista al liceo classico Tito Livio, in via Circo a Milano. Sarebbe la seconda scuola dell'anno occupata dall'inizio dell'anno, dopo la mobilitazione all'istituto Severi-Correnti. Lo scorso anno erano stati 27 i blitz degli studenti, a catena.

Tra i motivi della protesta, i tagli alla scuola, l'edilizia scolastica carente (dai bagni alle caldaie). Anche questa volta la mobilitazione è stata preceduta da un sondaggio. “Pretendiamo una scuola di diritti, e non di meriti”, hanno detto al megafono. “Un luogo di crescita intellettuale e sociale, di introspezione e analisi critica, di confronto e dialogo. Esigiamo di essere considerati come individui in un percorso di crescita interpersonale”.

“La scuola italiana – hanno detto i liceali – non è in grado di offrire un’istruzione psicologica, emotiva, sociale e sessuale. Purtroppo, qua come in tanti altri istituti, la quotidianità scolastica è vissuta da molte e molti come una sofferenza: l’ansia, la pressione e lo stress causano disagi. I voti sono più importanti dei volti; le prestazioni più delle emozioni. L’umanità è velata dal grigio dell'indifferenza”. Dibattito aperto con votazione finale: “Occupiamo o no?”.

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